
Leggiamo che “fare politica sarà tentare di risolvere i reali problemi della povera gente”. È la dichiarazione che è giunta non aspettata, come un cielo sereno tra i numerosi fulmini lanciati da politicanti locali, buoni solo per preannunciare il temporale della politica bustocca, capace di distruggere con la sua potenza qualunque tentativo di portare il bel tempo sulla città, angosciata per i danni che quella continua a non curare e forse procurare.
Fuori della personale metafora abbiamo respirato un pochettino di sana consapevolezza di ciò che servirebbe perché Busto Arsizio cogliesse la necessità di farsi carico, prima di tutto, della crisi materiale che depaupera la cittadinanza, stremandola.
Ad Antonio Corrado va la nostra ammirazione nell’attesa dei suoi passi, se verranno, nella direzione sperata, da lui indicata chiaramente sul suo profilo facebook.
Non possiamo non auspicare che dei medesimi intenti si facciano portavoci nonché esecutori concreti tanti talenti politici nostrani, di lungo corso o di corso più breve e, magari, di nessun corso o navigazione nel mare nostrum della politica amministrativa di Palazzo Gilardoni.
Noi vogliamo partecipare della vita politica, desideriamo che resusciti l’originale missione del servizio cittadino dove esiste il bisogno, la mancanza, l’abbandono; ovunque siano, comunque si manifestino. Pertanto siamo disponibili, pronti nell’appoggiare qualunque iniziativa sia tesa a ridestare tale passione e realizzare efficacemente l’opera d’aiuto, di sostegno delle nuove e vecchie povertà delle persone e delle famiglie che vivono nella nostra città.
Ai politici di Busto Arsizio promessi promotori di liste civiche ed elettorali prossime venture chiediamo ed offriamo qualcosa. Chiediamo che facciano della condivisione del bene il loro obbiettivo programmatico, della comunione del talento il loro metodo lavorativo, della responsabilità della carità la loro vocazione comportamentale; prima di tutto, prima che sia troppo tardi per tentare di condurre la politica, che pare destinata a sciogliersi le briglie e Dio solo sa dove e come può finire.
Offriamo le nostre energie e le nostre risorse e, non ultime, le nostre scelte di voto, poche o tante che siano, ma come dice Antonio senza sopportare più le parole al vento o la mediocrazia che da troppo regna sovrana nei consessi istituzionali, nell’assise civica che della democrazia ha spesso solamente l’apparenza; senza sopportare più nessuna lentezza, svogliatezza consigliare, e nemmeno le tristissime beghe d’avidità di piccolo potere e guadagno tra fazioni che non nascondono neanche più l’arroganza.
Ci auguriamo una buona campagna elettorale che sembra sia partita. Noi ci crediamo, per ora, ancora una volta. Tifiamo per gli uomini e le donne di buona volontà. Non deludeteci più.
Comunità Famigliare