Per la 57° edizione dell’Esposizione internazionale d’arte a Venezia la curatrice Alemani ha scelto di presentare il lavoro di soli tre artisti: Giorgio Andreotta Calò, Roberto Cuoghi e Adelita Husni-Bey. Il tema comune che è alla base delle loro opere è la ricerca di un modo per vivere e padroneggiare l’incertezza e la molteplicità della situazione storica attuale. Pur partendo da premesse condivise, le riflessioni dei tre artisti danno vita a mondi estremamente diversi per complessità e contenuti.
L’esperienza della realtà raccontata da Adelita Husni-Bey si scontra con questioni di estrema attualità, quali: razza, genere e classe. Il video da lei realizzato vuole mettere in luce i rapporti di potere economici e sociali nei quali ciascuno individuo è imbirigliato.
Il veneziano Giorgio Andreotta Calò crea un’installazione la cui dominante principale è l’aqua. Questo elemento naturale, carico di simbolismo arcaico e primitivo, è presentato come una sostanza misteriosa e mutevole, un trait d’union tra due mondi complementari e opposti.
La cosmologia personale creata da Roberto Cuoghi, invece, mostra la trasformazione e la trasfigurazione, estetica e estatica, di sculture – che rappresentato delle figure devozionali, ispirate dal testo Imitatio Christi – fabbricate utilizzando un materiale organico.
Seppur con esiti diversi, in questi tre “universi”, l’arte – grazie al potere dell’immaginario, della favola e del fantastico – si fa strumento ideale per permettere all’individuo di riaffermare la propria presenza nel mondo.
Valentina Petter