Avrebbe usato il figlio di sei anni per accattonaggio: denunciata una donna rom ventiduenne

Il piccolo sarebbe stato usato come “specchietto per le allodole” per suscitare compassione e chiedere soldi all’ingresso del cimitero di Borsano

07 Aprile 2014
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Polizianuova

I fatti risalgono a sabato mattina. La squadra Volante del commissariato di Busto Arsizio ha notato una donna accovacciata davanti al cimitero di Borsano con un bambino al fianco che chiedeva l’elemosina ai passanti.

Non appena si è accorta dei poliziotti che si stavano avvicinando per identificarla la questuante ha bruscamente allontanato da sé il bambino che è corso via e poco dopo è stato rintracciato dagli agenti mentre tentava di nascondersi all’interno del cimitero.
La donna è stata fermata e accompagnata in commissariato, dove in seguito alle verifiche del caso è stata identificata come una ventiduenne rom con precedenti per reati contro il patrimonio. La nomade ha inoltre riferito che il bambino, di sei anni, era suo figlio. Per i poliziotti la donna stava evidentemente utilizzando il bimbo chiedere soldi, esibendolo ai potenziali benefattori il proposito palese di suscitare la compassione e la generosità delle persone che entravano e uscivano dal cimitero.

Per questo è scattata subito la denuncia per impiego di minore nell’accattonaggio, mentre in seguito, informata la Polizia Locale dell’accaduto, le è stata contestata anche la violazione del regolamento comunale che vieta di mendicare su area pubblica. Mamma e figlio sono stati rilasciati, sentito il Tribunale per i Minorenni, solo dopo aver verificato l’effettivo vincolo di parentela e che disponevano di un domicilio idoneo in un campo attrezzato di Legnano.

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