
“Com’era facile immaginare il nuovo governatore della Lombardia, scelto a tavolino ad Arcore, ora deve accontentare i suoi padrini. Ma tutto era scritto.
Già nei mesi di campagna elettorale, dove il povero Attilio è stato tenuto nascosto dai capi partito, era chiaro che ci saremmo ritrovati in una situazione in cui ogni casata avrebbe rivendicato una fetta di torta, o meglio, le poltrone. Fontana non si è ancora insediato ed è già costretto a rimangiarsi la prima promessa presa con i lombardi. Aveva dichiarato 12 assessori e invece saranno 16, due in più della giunta Maroni. D’altronde le bocche da sfamare sono tante.
Sei o sette alla Lega, uno o due a Fratelli d’Italia e addirittura un posto per i centristi, che penso non li abbiano votati nemmeno i familiari. Mentre i quattro o cinque per Forza Italia dovranno passare al vaglio di Silvio Berlusconi, una persona per bene si sa. Un bravo ragazzo su cui la Corte dei Conti ha aperto una nuova indagine sulla compravendita dei senatori. E cosa importa se a pagare l’ingordigia dei partiti sono i cittadini!
Come al solito il centro destra in Lombardia si approfitta del mandato popolare per fare i suoi porci comodi, e il triste teatrino degli assessori ne é già una prova tangibile”.
Così il consigliere regionale del M5S Dario Violi commenta sul suo profilo Facebook le strategia sulla scelta degli assessori di Attilio Fontana.