
L’invenzione ha origini anglosassoni e il suo inserimento nel calendario, sotto alla data del terzo lunedì dell’anno, risale a 13 anni fa. Uno studio condotto dallo psicologo Cliff Arnall, dell’Università di Cardiff, è l’esito dato dall’incrocio di una serie di variabili: il freddo, i debiti contratti, i giorni passati dal Natale e quelli trascorsi dall’abbandono dei buoni propositi. Nel mondo anglosassone è ormai un appuntamento fisso, con varie organizzazioni che si muovono per garantire supporto psicologico mentre supermercati e ristoranti si attrezzano per proporre ghiottonerie antidepressive.
Arnall non è stato l’unico in passato a determinare una cosa del genere: sulla base della sua “equazione”, nel 2005 anche il canale televisivo britannico Sky Travel aveva determinato la stessa data.
“Inizia l’anno, si rientra in ufficio e le vacanze di Natale sono oramai un ricordo. I pensieri riguardanti il triste ritorno alla routine affiorano e si fanno via via sempre più intensi in questo periodo – afferma Marina Osnaghi, prima Master Certified Coach in Italia – Il lavoro arretrato si ripresenta, magari ancora più amplificato, e l’angoscia comincia sottile ed anche più forte ad impossessarsi di te, senza dare tregua. Inizi a darti la colpa di essere in ritardo per aver sprecato il tuo tempo. Per non parlare delle abitudini: forse in vacanza hai assaporato la libertà di fare cose per te stesso, per la tua famiglia, e ora temi che appena torni, tutto sarà come prima di staccare, e tornerai nel gorgo dei soliti comportamenti. Siamo vittime del Blue Monday non solo oggi, ma ogni lunedì, e nemmeno lo sappiamo. Per la precisione non ci rendiamo conto del processo che il nostro cervello vive ogni domenica sera quando deve elaborare il lutto della fine del week end e iniziare la settimana”.
Per il giorno più felice dell’anno, invece, bisogna aspettare giugno. Gli stessi analisti hanno calcolato che l’ «Happiest Day» cade intorno al solstizio d’estate, fra il 21 e il 24 di giugno.