Arcisate, pronto il progetto per far “rivivere” le Fornaci

L’opera di recupero, portata avanti dall’amministrazione guidata da Angelo Pierobon, è divisa in due lotti: nel primo si prevede la conservazione storica, nel secondo la realizzazione di un anfiteatro naturale. Montalbetti: «Un luogo storico, da sempre simbolo della laboriosità della nostra comunità»

04 Gennaio 2015
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Fornaci

Le antiche Fornaci di Arcisate torneranno a nuova vita. E diventeranno un luogo di ritrovo per la vita sociale dei cittadini e per l’allestimento di eventi culturali e non solo. Il progetto è stato lanciato dal sindaco Angelo Pierobon e dall’assessore ai Lavori pubblici Maurizio Montalbetti. Quest’ultimo, con il suo assessorato, ha seguito la progettazione tecnica, presentata alla fine dell’anno scorso in commissione.

«Le ex Fornaci sono un luogo storico – ha detto l’assessore – simbolo da sempre della laboriosità della nostra comunità. Un pezzo di storia di Arcisate rimasto trascurato e abbandonato per troppo tempo. La nostra amministrazione, seguendo il buon cammino intrapreso già da quelle precedenti, intende andare avanti nella valorizzazione delle ricchezze del territorio».

Valorizzazione “partecipativa”, dal momento che la giunta ha presentato il proprio progetto, che tuttavia non rimane fermo né “ingessato”: «Presentandolo in commissione, abbiamo detto chiaramente di essere aperto alla discussione e al confronto con chi vorrà presentare variazioni o aggiustamenti. Si tratta di un’opera per la cittadinanza. Quindi, ogni proposta è ben accetta».

Il progetto nel complesso prevede il recupero e la valorizzazione delle fornaci da calce di via Manzoni e delle aree limitrofe.

E si articola in due lotti.

Un primo lotto finalizzato al risanamento conservativo delle fornaci ed alla messa in sicurezza dell’area di pertinenza attraverso la creazione di un terrazzamento, funzionale a recuperare i basamenti delle fornaci e la loro memoria storica.

Tale terrazzamento, consente anche di rendere maggiormente fruibile l’area in quanto permette l’accesso alle persone con ridotta capacità motoria e ripartisce gli spazi destinandoli ad una diversa destinazione d’uso.

La parte bassa del basamento delle fornaci adibita all’accesso veicolare ed al parcheggio, mentre la parte alta per la sosta e per il verde.

Il secondo lotto prevede la realizzazione di un anfiteatro naturale che riprende l’esistente, dando forma ad uno spazio multiuso, destinato a concerti, manifestazioni o eventualmente a spazio di sosta, ritrovo.

L’anfiteatro in progetto prevede la realizzazione di gradonate in blocchi calcarei ed una copertura mediante una struttura in legno lamellare.

Il progetto del secondo lotto prevede anche il collegamento dei camini in alto delle fornaci con dei pontili ed un percorso a norma disabili che riprende esattamente il vecchio tracciato dei binari che veniva percorso dai carrelli carichi di roccia calcarea pronta alla combustione.

Nel complesso gli obiettivi di progetto prevedono il recupero della memoria storica delle fornaci e delle aree limitrofe, rendendo fruibile l’area per manifestazioni ludiche.

Le aree si sviluppano in gran parte su proprietà private, pertanto si rende necessario provvedere alla loro acquisizione.

La storia 

L’opera di costruzione delle fornaci site in via Manzoni, risale agli inizi del ‘900 e l’originaria conformazione risulta documentata da un modello in ferro realizzato circa 15 anni fa da parte del sig. Sanson Elio. L’autore del modello in ferro descrive dettagliatamente il funzionamento delle fornaci da calce che brevemente viene di seguito elencato:

Dalla parte del monte Crocino veniva asportato il materiale sassoso che una volta passato nelle fornaci diventava calce pronta per l’edilizia.

Per poter prelevare il materiale, gli uomini addetti praticavano dei fori che permettevano di rompere la parete utilizzando delle mine; alle 11:30 ed alle 16:30 di ogni giornata lavorativa venivano fatte esplodere le mine e poi si procedeva alla frantumazione ed al trasporto del materiale. Due operai si occupavano della posa e dell’esplosione delle mine, mentre tre operai frantumavano e caricavano il materiale. I carrelli ed i binari che si vedono nel modello erano il mezzo più comodo per trasportare i sassi fino alla bocca delle fornaci. Quindi il materiale passava direttamente dalla cava alla fornace e veniva rovesciato all’interno dagli operai addetti.

I materiali utilizzati per la costruzione delle fornaci a legna erano mattoni, sassi di vario tipo e calce, cinti da anelli di ferro allo scopo di evitare che i materiali si dilatassero eccessivamente a causa del calore sprigionato dalla lavorazione. Per la cottura della calce infatti si dovevano raggiungere almeno gli ottocento gradi.

La legna, legata in fascine era il combustibile di uso comune che permetteva di ottenere tali temperature.

Dal modello si comprende il processo di lavorazione: dall’alto il materiale veniva precipitato nella bocca della fornace. Dall’apertura posta su un lato a mezz’altezza, venivano inserite le fascine di legna, operazione ripetuta ogni 15 minuti.

Il calore rendeva incandescente e poi pronta all’uso la calce che depositandosi nella parte più bassa della costruzione si rendeva disponibile al trasporto ed alla vendita.

Ogni otto ore un terzo della calce veniva prelevato e depositato nel magazzino.

Con questo tipo di procedura la fornace era sempre in funzione e non si svuotava mai completamente. Evidentemente le operazioni di produzione della calce erano le più impegnative ed importanti ed il personale addetto, composto di sei persone per la cura del fuoco e di due persone alla base della fornace, svolgeva un ruolo duro. La calce prodotta o più propriamente la pietra di calce era carbonato di calcio che a contatto con l’acqua si surriscaldava e si gonfiava notevolmente dando luogo ai cosiddetti: “cementi grassi” utilizzati per l’edilizia.

La calce delle fornaci era destinata al mercato della provincia di Varese e dell’alto milanese. Il carro trainato da due buoi che si vede nel modello è la riproduzione di quello utilizzato per portare sino all’apertura la legna necessaria al mantenimento del fuoco.

Quindi chi si occupava del fuoco doveva anche aver cura di preparare ed avere disponibile l’occorrente.

Una volta pronta la calce veniva pesata trasportata a mezzo di carri a trazione animale.

Il modello raffigura anche il magazzino all’interno del quale veniva depositata la calce e gli attrezzi necessari per la manutenzione ed il funzionamento delle strutture, nonché i locali all’interno dei quali gli operai si riunivano per cambiarsi d’abito e consumare i pasti.

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