“Accompagnare mio figlio a scuola mi costa 360euro all’anno”

Lettera aperta al Sindaco di Varese da parte di un papà che tutti i giorni accompagna il figlio a scuola, presso l’Asilo di Casbeno, e si vede costretto a pagare il parcheggio ogni mattina

04 Settembre 2017
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Gentile Sindaco, 

dopo che la città si è riempita di stalli blu, è mio dovere di cittadino scriverLe questa lettera.

Comprendo i bisogni del Comune, ma come Sindaco Lei dovrebbe comprendere i bisogni delle famiglie e dei lavoratori che vivono nel territorio: esiste una via di mezzo tra i due bisogni chiamata Buon Senso.

Ad esempio, come padre di un bambino di 3 anni che frequenta l’asilo di Casbeno, grazie alle nuove strisce blu apparse ovunque, mi troverò costretto a pagare oltre 360 euro annui per poter accompagnare mio figlio a scuola.

Mi rivolgo a Lei come Sindaco e come padre di famiglia: come pensa che tale costo, oltre a quelli che devono essere sostenuti per l’istruzione, siano sostenibili da tutte le famiglie del Varesotto? Perché almeno per una volta non ha ascoltato il consiglio dei Suoi compagni di partito, come la Professoressa Oprandi, che invitava a posticipare di un anno tale scelta, per poterla sviluppare in modo più accurato? Questo stile “Armata Brancaleone” può solo raccogliere malcontento e disobbedienza civile.

Posso capire che non essendo abituati a governare possiate cadere spesso in errore, ma queste scelte scellerate sembra non stiano prendendo in considerazione nessuna variabile.

Per esempio nell’area di Casbeno vengono impattati lavoratori pendolari e studenti, che già investono tempo e denaro per gli spostamenti di lavoro e studio; senza dimenticare il nostro corpo di Polizia di Stato che già sottopagato per l’importante servizio che fornisce ai cittadini , si vede ulteriormente “tassato” anche dalla sosta blu.

Se l’unica variabile da Lei considerata è quella di rimpinguare le casse comunali  impoverendo i suoi  concittadini, non solo sta disattendendo ulteriormente le promesse fatte a chi l’ha votata, ma sta provocando forti situazioni di tensione e anche ribellione da parte di chi si trova a fare sacrifici quotidiani e che non può aggiungere nella propria risicata economia quotidiana anche la voce di spesa “parcheggio”, in aggiunta alle tasse che già si pagano e a tutti gli aumenti da Lei già apportati (quali rette asili , dopo scuola, Tari etc.).                                                                                                                                                                                  In linea teorica, ammirevole è la Sua scelta di regolamentare il numero di macchine circolanti in centro  prendendo esempio da analoghe situazioni che si riscontrano all’estero, ma anche in questo caso non sono stati considerati due aspetti fondamentali: il primo, che non esiste un piano servizi adeguato e migliorato per sostenere tale scelta; il secondo, che certe regole vanno bene in altri Paesi ma non sono applicabili per ora da noi a causa del reddito e quindi del potere di acquisto, molto inferiori rispetto a quelli svizzeri, inglesi, tedeschi, francesi e più in generale dei Paesi del nord.

Caro Sindaco, dovrebbe considerare che essere il primo cittadino non vuol dire poter fare indiscriminatamente ciò che vuole, ma anche saper rispondere agli oneri a cui la Sua carica è soggetta.

Mi auguro che abbia la voglia di risolvere al più presto questo grave problema, con saggezza e intelligenza, non rispolverando metodi “prodiani” (bastonata subito e carotina prima delle elezioni, perché i Varesini hanno buona memoria) e che non rispecchierebbero le promesse da lei fatte in campagna elettorale.

La invito a trovare un giusto compromesso tra necessità reali delle persone e necessità degli enti pubblici.

Mi permetto di ricordarLe che Lei deve l’onore di essere il Sindaco di Varese non solo ai suoi elettori di partito, ma anche a persone di altra estrazione politica che hanno voluto darLe fiducia.

Per concludere, sicuro di interpretare il pensiero dei miei concittadini e parafrasando una frase politicamente ben nota “IO NON CI STO”.

Cordialmente
Dott. Francesco Paolucci Colico

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