La dimora del FAI a due passi dal Lago Maggiore si arricchisce della collezionedi veilleuse di Mino Baldissera, imprenditore veneto che dalla fine degli anni Settanta raccoglie differenti modelli di cosiddette ‘tisaniere’, soprattutto in Italia, Svizzera e Francia.
La collezione, ora visitabile nel piccolo ambiente della villa un tempo destinato a deposito delle armi da caccia dei proprietari, presenta 208 pezzi e copre un arco di tempo di circa due secoli, a partire dal primo Ottocento. Molto ben rappresentata è la produzione francese- con opere delle manifatture di Sèvres, Limoges, Gien e Nast – ma anche quella italiana grazie soprattutto ai pezzi di Ginori.
L’esposizione in villa permette di seguire lo sviluppo del gusto nel corso dell’Ottocento e Novecento: iniziando, infatti, dalle veilleuse a torre di epoca Impero, si passa alle forme ispirate all’architettura neogotica e alle raffigurazione orientaliste della prima metà del secolo, e, ancora, alle elaborate interpretazioni del barocco e del rococò di epoca Luigi Filippo (1830 – 1848). Infine, i manufatti con fusto a bulbo risalgono al periodo di Napoleone III, mentre la vasta presenza di delicate decorazioni floreali testimonia il chiudersi del secolo e il perdurare di questi ornamenti anche in epoca successiva.
Fonte: FAI Fondo Ambiente Italiano