Otto quesiti referendari rimarcano meglio di ogni altra cosa le nettissime distanze che Possibile, nata a livello nazionale su iniziativa di Pippo Civati, vuole mantenere nei confronti del Partito democratico, da dove comunque proviene l’ossatura dei militanti (oltre allo stesso Civati): le proposte per cui i neonati comitati si stanno attivando a raccogliere firme puntano a cancellare aspetti cruciali della Buona Scuola (il cosiddetto “preside-manager”), del Jobs Act (demansionamento e licenziamenti), dell’Italicum (chiedendone di fatto un’abrogazione totale) e dello Sblocca Italia, puntando sul blocco delle trivellazioni in mare.
Stefano Catone, uno dei “padri fondatori” nazionali della nuova forza politica, esclude infatti “alleanze col Pd per la prossima tornata amministrativa, perché il nostro compito è costituire un’alternativa di sinistra repubblicana, liberale, laica e progressista, mentre Renzi sta trascinando i Democratici verso il partito della nazione”. I civatiani varesini sono per ora articolati nel Comitato per il Basso Varesotto, intitolato a Rosa Parks e guidato da Annamaria Guidi, e in quello per l’Alto Varesotto, dedicato ad Alexander Langer e coordinato da Jacopo Zocchi, un giovane alla prima esperienza in politica.
Per quanto riguarda i quesiti referendari, Possibile conta di raccogliere le 550.000 firme entro il 30 settembre, grazie al supporto di Radicali e Verdi: maggiori dubbi sulla posizione di Sinistra Ecologia e Libertà, ospite con Andrea Bagaglio e Claudio Mezzanzanica del battesimo varesino dei civatiani al bar Bagatella, ma ancora indecisa sul da farsi.