
Può un giudice imporre la scelta di vivere a chi ha deciso di affidarsi a Dio e per il suo credo rifiuta l’aiuto della medicina? Quali meccanismi mettono in causa scelte come questa, specie se riguardano la vita di un ragazzo? Da «La ballata di Adam Henry», l’ultimo grande romanzo di Ian McEwan, è stato tratto il film «Il verdetto» (uscito nel 2018 nelle sale italiane), con il Premio Oscar Emma Thompson. Una proiezione aperta al pubblico a ingresso gratuito è proposta dal Progetto Filis(Formatori interculturali di lingua italiana per stranieri) dell’Università dell’Insubria, giovedì 23 maggio dalle 14.30 alle 18.30 nella sede di via Monte Generoso 71, Aula 8.
Introducono il pomeriggio i docenti Gianmarco Gaspari ed Elisabetta Moneta Mazza; modera e conclude Antonio Angelucci. Il dibattito è guidato da Sergio Fucci, Consigliere della Corte di Appello di Milano, giudice e bioeticista, che ripercorre la vicenda dei due principali protagonisti del film: una giudice e un ragazzo, testimone di Geova, che necessita di trasfusioni. Il dilemma da sciogliere pare provocato, quasi paradossalmente, da un contenzioso tra diritti: da una parte, il diritto dello Stato; dall’altro, quello di una religione. La soluzione passa dalla comunicazione tra i due.
Oltre al Filis, sono coinvolti nell’iniziativa: l’International Research Center for Local Histories and Cultural Diversities, Insieme per prenderci cura, lC’Università del Piemonte Orientale, il Fidr, il Centro di Ricerca Redesm.