
La morte di Fabrizio Frizzi, avvenuta questa notte a Roma in seguito ad un’emorragia cerebrale, ha messo in lutto la televisione italiana e i suoi tantissimi colleghi e amici. A dare l’annuncio della sua improvvisa scomparsa la moglie e i familiari.
Un amico, un artista, un conduttore, un personaggio televisivo che ha lasciato un importante segno nella storia italiana. Ma sopratutto una persona buona. Questa la descrizione che oggi scelgono in molti, da Gerry Scotti a Giancarlo Magalli per ricordare il collega.
Tantissime le dediche in rete ad un personaggio che riempiva le serate settimanali degli italiani con il programma su Rai1 L’Eredità. La Rai lo ha salutato definendolo “un pezzo di noi, della nostra storia, del nostro quotidiano. Non scompare solo un grande artista e uomo di spettacolo, con Fabrizio se ne va un caro amico, una persona che ci ha insegnato l’amore per il lavoro e per l’essere squadra, sempre attento e rispettoso verso il pubblico”.
Tra le lettere dedicate a lui, ecco il lungo emozionante ricordo di Giancarlo Magalli, amico e collega di vecchia data.
“Il telefono che suona molto presto la mattina fa sempre temere cattive nuove, ma mai avrei pensato stamattina che mi avrebbe raggiunto una notizia così dolorosa, così straziante pur se non del tutto inattesa.
Aprire gli occhi venendo a sapere che Fabrizio Frizzi li ha chiusi per sempre è stato terribile. Se ne va un amico carissimo ed un grande collega, ma soprattutto una persona buona. Uno che non ha mai fatto finta di essere buono, come spesso avviene nel nostro ambiente, uno che lo era veramente e che credeva profondamente nell’amicizia. Lo dimostra il fatto che oggi lo piangono milioni di amici.
Sapevamo che stava male. Sapevamo che combatteva una battaglia disperata. Sapevamo che non voleva che se ne parlasse per paura di dover smettere di lavorare ed abbiamo tutti rispettato questo suo desiderio, la Rai per prima. Sapevamo anche che la sua paura più grande non era andarsene, ma il pensiero di lasciare sole Carlotta e Stella, le sue ragazze.
Nell’ultimo messaggio che ci siamo scambiati qualche settimana fa mi scriveva: “La terapia c’è e la sto facendo. Non sarà facile, ma spero di portare a casa la pellaccia”. Era riuscito ad infilare un sorriso anche in una comunicazione drammatica come quella. Ed è proprio quel sorriso che non ci abbandonerà mai. E per ogni sorriso che lui ha regalato a noi gli saremo grati. Sempre.”