
“ATS Insubria, come previsto dalla DGR regionale, nell’ambito del ruolo di governance, monitoraggio e verifica dei percorsi che spetta alle Agenzie di Tutela della Salute si è attivata per creare il servizio IST – Infezioni Sessualmente Trasmesse – che verrà avviato nelle prossime settimane presso l’ASST dei Sette Laghi con un presidio anche presso l’ASST della Valle Olona” spiega la dott. ssa Anna Maria Maestroni, Direttore Sanitario dell’ATS Insubria.
L’ambulatorio verrà aperto nelle prossime settimane, nel rispetto dei requisiti declinati dalla DGR n. X/6968 del 31/07/2017 di Regione Lombardia “Revisione e aggiornamento delle indicazioni in tema di sorveglianza, prevenzione e controllo delle infezioni sessualmente trasmesse”, che precisa i termini dell’offerta per l’erogazione del servizio in materia di malattie a trasmissione sessuale.
“Stiamo lavorando in accordo con Regione Lombardia e ATS Insubria per dare attuazione al progetto relativo agli ambulatori dedicati alle Infezioni Sessualmente Trasmesse (I.S.T.). – dichiara il dott. Carlo Alberto Tersalvi, Direttore Sanitario della ASST dei Sette Laghi, Varese – Sono reduce da una riunione svoltasi lo scorso 27 novembre in Direzione Generale Welfare nella quale abbiamo proprio concordato il percorso per l’attivazione dei Centri I.S.T. agli inizi dell’anno”.
La Regione Lombardia ha quindi ridefinito un programma di controllo delle IST con un sistema che preveda tutte le fasi di prevenzione screening, diagnosi e trattamento dei pazienti.
Le ATS avranno il compito di raccolta, analisi, reporting e diffusione dei dati epidemiologici, inoltre si occuperanno della governance e programmazione delle attività di promozione della salute e di prevenzione, anche attraverso attività di formazione e comunicazione, rivolte alla popolazione generale e a target particolarmente a rischio.
I Centri IST delle ASST si dedicheranno all’attività di screening, diagnosi, trattamento e follow up dei singoli casi, offrendo al cittadino supporto e counseling, senza impegnativa, con accesso libero e/o con appuntamento
Sempre in carico ai Centri IST sarà l’esecuzione di test di screening/diagnostici con counseling pre e post test anche ai soggetti risultati non affetti da patologia e l’attività di diagnostica completa e approccio terapeutico nei soggetti sintomatici o positivi ai test di screening. Sarà tra i compiti degli IST anche il contact tracing, ovvero il processo per rintracciare tutte le persone (contatti) con le quali un soggetto HIV/IST positivo ha avuto contatti a rischio al fine di interrompere precocemente la catena epidemica.
Rientreranno nelle competenze dei nuovi centri anche le segnalazione delle patologie soggette a notifica in coerenza con le indicazioni regionali e la promozione dell’attività vaccinale con offerta gratuita delle vaccinazioni previste in base al rischio specifico da parte dei Centri IST in raccordo con gli ambulatori vaccinali delle ASST .
In sintesi, i Centri IST (CRH/MTS) dovranno quindi possedere competenze sia di sanità pubblica che clinico-diagnostico-terapeutiche per garantire non solo la presa in carico dei bisogni del paziente, ma anche azioni mirate alla prevenzione e al controllo delle IST.
Dati ATS Insubria
I dati registrati a livello mondiale confermano che l’HIV continua ad essere un problema di salute pubblica rilevante, contando, nel 2016, circa 1 milione di vittime per cause correlate all’HIV.
I dati italiani del 2016 non sono certo confortanti, basti pensare che sono state effettuate 3.451 nuove diagnosi di infezione da HIV, ovvero sono emersi 5,7 nuovi casi per 100.000 residenti, portando così l’Italia a classificarsi al tredicesimo posto tra gli Stati dell’Unione Europea.
La Lombardia, lo scorso anno, ha registrato il triste primato italiano con il maggior numero di nuove diagnosi 691, seguita da Lazio ed Emilia-Romagna.
Emerge quindi a livello nazionale e regionale un aumento dell’età mediana (quella che ripartisce la popolazione ordinata secondo l’età in due gruppi ugualmente numerosi) alla diagnosi di nuova sieropositività.
Va sottolineato che le modalità di trasmissione del virus si stanno modificando, diminuisce infatti proporzionalmente il numero dei consumatori di sostanze per via iniettiva, mentre aumenta la proporzione dei casi attribuibili a trasmissione sessuale, in particolare tra maschi che fanno sesso con maschi (MSM). Inoltre, il passaggio dalla condizione di sieropositività HIV alla patologia conclamata AIDS grazie all’efficacia delle nuove terapie, avviene in tempi sempre più lenti.
I dati del registro Nazionale AIDS evidenziano che in Italia nel 2016 sono stati segnalati al Centro Operativo AIDS (COA) 778 casi di AIDS, 1,3 nuovi casi per 100.000 residenti. Oltre il 50% dei casi di AIDS segnalati nel 2016 era costituito da persone che non sapevano di essere HIV positive e che dunque non avevano potuto usufruire dei benefici delle terapie nella prima fase di infezione. È infatti strategico ricordare che una diagnosi precoce della sieropositività e l’assunzione immediata dei farmaci a disposizione consentono di rallentare significativamente il decorso della sieropositività.