
Il Comune di Varese finisce in Tribunale. Perché l’aria sarebbe troppo inquinata.
Questa l’accusa con cui il Codacons, a livello nazionale, ha mosso un’azione giudiziaria contro il Ministero della Salute, Regioni e Comuni, tra cui il Comune di Varese.
Dove, tra l’altro, tra i ricorrenti al Tar del Lazio, ci sono anche quattro varesini. Lo scopo del ricorso al Tar come obiettivo quello di “ottenere la condanna delle Pubbliche Amministrazioni convenute al risarcimento dei danni non patrimoniali “da smog”, provocati alla loro salute, e quantificati in 2.000 euro pro-capite, causati, a loro dire, dall’inerzia delle Amministrazioni stesse in materia di prevenzione del fenomeno dell’inquinamento atmosferico”. L’azione giudiziaria è stata notificata al Comune l’1 aprile 2014.
Il Comune di Varese tuttavia non intende accettare le accuse e ha deciso di resistere e costituirsi in giudizio.
L’assessore all’Ambiente Stefano Clerici spiega infatti che le nel corso dell’ultimo anno, dal 2013 al 2014, sono stati svolti “lavori di adeguamento normativo degli impianti di riscaldamento in città. Dopo aver siglato una convenzione con Varese Risorse. Sull’aumento dell’inquinamento incidono molto di più gli impianti di riscaldamento rispetto alle auto. E siamo infatti riusciti ad ottenere, nell’arco di un anno, delle sensibili diminuzioni dei livelli di inquinanti nell’aria”. Dati alla mano, Clerici mostra il calo registrato dal Comune “del Pm10, passato da 147,93 Kg/anno di emissione prima dell’intervento a 35,97 Kg/anno dopo l’intervento. Una riduzione del 76%. Mentre le emissioni di Co2 sono passate da 2.202,26 t/anno a 1.450,51 t/anno, con una diminuzione del 34%”.
“Gli interventi hanno visto l’adeguamento di 26 centrali termiche comunali, soprattutto scuole. Non si può quindi sostenere che il Comune non abbia fatto niente per ridurre il livello di inquinamento. Di conseguenza abbiamo deciso di resistere in Tribuale. E non accettare le accuse”.