«Vogliamo la pace». Duecento islamici in corteo a Varese contro il terrorismo. GUARDA IL VIDEO

La manifestazione, organizzata dalla Federazione islamica lombarda, ha visto una nutrita partecipazione di uomini, donne e anche tantissimi bambini. Baroudi: «Basta strumentalizzazioni»

24 Gennaio 2015
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«Ci stanno strumentalizzando. Ma oggi non vogliamo parlare di questo. Vogliamo ribadire il nostro no alla violenza e il nostro desiderio di pace». Samir Baroudi è un esponente di spicco della Comunità islamica di Varese, città dove ormai vive da decenni. Lui è uno dei tanti musulmani varesini che sono scesi in piazza sabato pomeriggio, 24 gennaio, per dire no al terrorismo. E allo stesso tempo far sapere che non tutti i musulmani sono terroristi, “equazione” errata che oggi rischia di passare come verità assoluta.
A sfilare in corteo circa duecento persone: aprivano la fila i bambini, a seguire gli uomini e quindi in chiusura la donne.

E i bambini sono stati i veri protagonisti del corteo, scandendo slogan “Vogliamo la pace”, “No alla violenza”. Il messaggio della comunità islamico è chiaro: siamo persone come tutti voi, padri, madri e figli.

A portare il proprio saluto alla comunità musulmana anche due consiglieri comunali: Stefano Crespi di Ncd e Rocco Cordì di Sel. Presente anche l’esponente di Arci Giuseppe Musolino.

«Come rappresentate dei vareseini che hanno a cuore la pace e che credono la si possa costruire solo con un franco dialogo, e come cristiano cattolico praticante, sono qui presente – spiega Crespi – il problema dell’Europa è di aver perso le proprie radici. Le radici cristiano-giudaiche dell’Europa sono un valore. Io credo che quando loro vengono qui e vedono che l’Europa ha perso le proprie radici si trovino disorientati. Il dialogo è posisbile, perché siamo uomini uguali, abbiamo lo stesso desiderio di felicità, di giustizia, di amore. Sento che anche il Dio che loro venerano è un Dio che predica amore.
Io non li considero nemici, è quello che Gesù ci ha insegnato morendo in croce. Sono qui perché ho trovato condivisibile il loro comunicato. Ed è giusto sostenere quella parte di comunità che ha preso una posizione netta contro chi invece ha rpeso una deriva, che non è quella del Corano.
Dobbiamo far rispettare le nostre leggi ed essere intrasigenti, ma possiamo farlo soprattutto con il dialogo».

C’è chi sta speculando politicamente?
«Credo che qualcuno non so se qualcuno specula, o più che altro ha rinunciato a capire».

E Baroudi:« Anche noi musulmani abbiamo le radici di Abramo. Abbiamo tutti la stessa religione».
E alla domanda sulla speculazione politica: «Certo che c’è una speculazione. Ma oggi non voglio alzare la voce e parlare della Lega. L’ho già alzata e loro hanno detto: “Ah sì, vogliono la moschea? Allora dobbiamo “frantumare” Samir (Barodui, ndr)”. Io sono un uomo di pace. Islam significa proprio pace. Siamo ormai qui da anni e rispettiamo la legge. E oggi siamo qui per la pace». Sempre Baroudi ha sottolineato come «continuano a getta fango su di noi. Usano la questione delle moschee come una scusa. E per creare odio. Ma noi li abbiamo già perdonati e non solo porgiamo l’altra guancia, ma mandiamo anche un abbraccio. Questo è il senso della marcia di oggi. Noi sappiamo che viviamo in un Paese con una cultura secolare ed è nostro dovere, lo dice la nostra religione, rispettarlo».

 

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