Varese, una lettera ai personaggi più influenti, da Dario Fo a Mario Monti, per dire no al parcheggio alla Prima Cappella

I comitati contro l’autosilo e per la salvaguardia del territorio hanno presentato tre iniziative che porteranno avanti nei prossimi giorni. Tra queste, giovedì 16 ottobre leggeranno i nomi degli oltre seimila firmatari della petizione di Varese2.0 fuori dal consiglio comunale

07 Ottobre 2014
Guarda anche: AperturaVarese Città
Pubblico alla presentazione del comitato Varese2.0

 

Una “camminata” per testimoniare le necessità di difendere il territorio di Varese. Mentre giovedì 16 ottobre, in concomitanza al consiglio comunale, verranno letti (all’esterno dell’aula) i nomi di tutte le migliaia di varesini che hanno firmato contro il parcheggio alla Prima Cappella.

Queste le manifestazioni che i comitati hanno organizzato per portare avanti, anche dopo la sospensione dell’apertura del cantiere, la battaglia contro la realizzazione dell’autosilo all’inizio del Sacro Monte.

A presentare le iniziative, questa mattina in Galleria Ghiggini, i responsabili del Comitato Varese2.0, tra cui Daniele Zanzi, Alessandro Ceccoli, Roberto Gervasini ed Emilio Ghiggini, e le Piccole Vedette Lombarde, gruppo fondato da Valerio Crugnola.

La manifestazione di domenica 12 ottobre, chiamata “Cittadini in cammino”, partirà alle 15 dalla Chiesa di Fogliaro, e consisterà in una salita silenziosa fino alla Prima Cappella.

I partecipanti scriveranno su dei cartelli bianchi ognuno una frase a propria scelta, per sottolineare il motivo per cui intende partecipare a questa iniziativa, che ha “lo scopo di tutelare la nostra città” spiegano gli organizzatori.

Infine, come terza parte della strategia messa a punto dai comitati, c’è l’invio di una lettera (le prime sono già partite ieri) a tutti gli esponenti influenti di Varese (da Dario Fo a Mario Monti) e anche (in un’altra versione) a tutti i parlamentari di riferimento di Varese ed esponenti di livello nazionale.

Di seguito copia della lettera:

Comitato Varese2.0

Vareseduepuntozero@yahoo.it

Varese,   7 ottobre 2014

LETTERA APERTA

Sacro Monte di Varese.

Una necessaria premessa spiega il merito e contribuisce ad illustrare il senso di questa “LETTERA APERTA” diretta a Personalità originarie della città di Varese, o impegnate nella vita intellettuale e produttiva del territorio, che hanno operato o sono attive negli universi della Politica, della Giustizia, dell’Istruzione, della Cultura, dell’Informazione, delle Libere Professioni, dell’Economia, dell’Impegno Sociale e Civile; universi non disgiunti, poiché ciascuno contribuisce all’equilibrio che induce in un Territorio e in una Comunità benessere, coesione, progresso.

Dobbiamo tornare all’inizio della primavera di quest’anno, quando in seguito ad assemblee cittadine spontanee e attraverso la nascita di questo Comitato, una petizione al Sindaco raccoglie migliaia di firme. Nessun indirizzo o scopo politico. Con la petizione si chiede coralmente e semplicemente di fermare il “Progetto per la realizzazione di un parcheggio interrato multipiano collocato in via del Santuario, località Prima Cappella, per 91 posti auto”, con stanziamenti pubblici totali per euro 2.925.000 + IVA.

Con i membri del Comitato, piccola avanguardia idealmente eterogenea, migliaia di Cittadini, approfondita la conoscenza del progetto, trasversalmente osteggiano l’opera pubblica. Qui non si tratta d’imputazioni di responsabilità partitiche. Intendiamo attenerci all’oggettività. Tralasceremo riferimenti ad episodi che hanno visto chi scopriva il proprio progetto posto in discussione tentare di trasporre la vicenda su un piano differente e, dunque, severe contestazioni sorte su tali episodi. E tralasceremo implicazioni seppur rilevanti che andrebbero però a coinvolgere atti e condotte di valore politico o riconducibili a circostanze connotate da risvolti “personali”.

Sono molteplici e gravi gli aspetti che scatenano contrarietà e profonda preoccupazione, tanto che risulta difficile stabilire priorità. Abbiamo proceduto quindi, in modo schematico e limitandoci all’essenziale, ad elencare le vive questioni secondo ordine alfabetico e in appendice a questa Lettera.

L’eccezionale mobilitazione spontanea cittadina, rispettosa delle regole civili, non è riuscita tramite i soli, pochi, strumenti democratici a disposizione ad affermare le proprie ragioni. La petizione e una richiesta di referendum “consultivo” sono state arrogantemente respinte, e l’Amministrazione, indifferente alla tangibile crisi di consenso sull’opera, ha continuato nel suo folle progetto.

La Procura della Repubblica di Varese, è vero,  ha aperto a fine settembre un fascicolo contro ignoti per reati ambientali, abuso d’ufficio e violazioni norme antisismiche, affidando le indagini alla DIGOS di Varese. Ma il Sindaco ha solertemente dichiarato, dopo la notizia, la propria  fiducia e la propria determinazione affinché si proceda alla regolare apertura del cantiere, il cui affidamento è stato “solo momentaneamente sospeso” con un atto di autotutela in accordo con la Ditta affidataria dei lavori.

Considerata la nostra impotenza di fronte all’irragionevole aggressione al territorio, al difetto di ragioni documentate, alla dissennata esorbitanza del costo del piano che sta scuotendo la Città, ci è sembrato indispensabile coinvolgere tante Personalità del mondo varesino perché il ricordo di questa assurda vicenda resti nella mente e nella coscienza di ognuno.

Per la riconosciuta autorevolezza e per il ruolo che La distingue, ci rivolgiamo a Lei e ad altre Figure la cui opinione può incidere sul patrimonio di conoscenza e dei valori della Comunità,  esercitare influenza sulla formazione dei giovani,  agire in termini di modello di comportamento da offrire alla Cittadinanza, affinché, secondo lo spirito che La vincola a Varese, conservi memoria storica della vicenda e partecipi alla vigilanza sugli eventuali, possibili danni al patrimonio della nostra montagna Sacra.

Occorre adesso ciò che è mancato inizialmente in questa vicenda: che la consapevolezza di ciascuno nel gruppo sociale sia affermata affinché le scelte comuni alle quali la Città si troverà a far fronte in futuro siano frutto di condivisione.

Occorrono la contezza, la coscienza e l’attenzione di tutti, nondimeno la pressione di chi ha autentica cultura da esprimere. Per questo La ringraziamo della Sua attenzione e dell’avviso personale che vorrà formarsi, e forse complessivamente o parzialmente manifestare, rispetto agli spinosi punti di contestazione emersi che di seguito abbiamo raccolto.

Certi di esserci rigorosamente attenuti alle contestazioni oggettive pervenuteci dai più diversi ambiti cittadini, ci pregiamo di porgerLe i nostri più distinti ossequi

Comitato Varese2.0

Ambiente, Arte, Storia, Spiritualità

 E’ luogo verde, di pace, di spirito e d’arte. Certo che deve vivere! E il buon senso dice che la soluzione non sarà un mini autosilo in quel luogo angusto troppo a valle rispetto al Borgo, sul tornante d’una pittoresca strada di montagna, ricavato sbancando roccia calcarea fragile a pochi metri da un piccolo tempio del Bernascone che sta lì dal 1609, prima prestigiosa introduzione alla Via Sacra, con un dispendio di risorse pubbliche, cioè dei contribuenti, inaudito e inaccettabile”. Questo è uno dei primi commenti raccolti con riferimento a Santa Maria del Monte e all’opera pubblica che si avversa, decisa, nelle dichiarate intenzioni, per interrompere il  declino del Borgo.

Preoccupa grandemente la localizzazione dei lavori a meno di 30 metri dall’Oratorio dell’Immacolata, piccolo prezioso Santuario progettato dall’Architetto varesino Giuseppe Bernascone, costruito a partire dal 1604 e, appunto, consacrato nel 1609. L’Oratorio è composto da un nucleo cilindrico, una piccola abside semicircolare con il più tardo campaniletto triangolare e un pronao collegato al sagrato da una bella scalinata balaustrata. Il pronao è scandito da tre archi, di cui il maggiore inquadra l’ingresso sormontato da un timpano con la dedicazione (descrizione Laura Marazzi per Museo Baroffio). L’interno è ornato di affreschi dei Lampugnani ultimati nel 1624 e di sculture in terracotta a soggetto sacro, delle quali la principale raffigurante la Vergine di Marco Antonio Prestinari (1570-1621), e altre otto nelle relative nicchie che scandiscono le pareti circolari della chiesa, di Francesco Silva (1560-1643). Se ne è preoccupata la Curia, che si è protetta con una scrittura firmata dal Sindaco di Varese, la quale prevede il risarcimento dei danni che il  monumento storico e artistico dovesse subire. I Sacri Monti di Piemonte e Lombardia sono Patrimonio Mondiale dell’Unesco. Il sito dove opererà il cantiere è sotto tutela Unesco quale Patrimonio dell’Umanità. Il Comitato e numerosi cittadini attendono rassicurazioni dal World Heritage Center, cui si sono rivolti nel mese di luglio per accertarsi che Unesco fosse a conoscenza del piano dei lavori:  l’Oratorio seicentesco sull’altro ciglio dell’angusta Via del Santuario, al di qua perforazioni, microesplosioni e sbancamento della roccia in profondità, e in mezzo il passaggio dei mezzi pesanti che dovranno condurre la roccia a smaltimento.

Ambiente – Risorse forestali

Il terreno che dovrebbe ospitare l’opera fu sapientemente adornato da un filare di Tigli, fregio all’Oratorio dell’Immacolata visibile sullo sfondo; da un Pinus pinea, il quale introduce scenograficamente la salita al primo Arco Sacro d’accesso al percorso pietroso della Via delle Cappelle; da Aceri e Palme. Poste su un fazzoletto di terra chiuso tra due curve e sino ad avantieri considerato improduttivo se non come prezioso attributo paesaggistico, all’interno del Parco Naturale Regionale del Campo dei Fiori dove sembravano inviolabili, di queste storiche piante di pregio il recupero sarà oggettivamente impossibile, come confermano pareri di autorevoli esperti indipendenti. Ciò ferisce, ma è acquisito quanto l’improvvisa valorizzazione di un terreno infruttuoso. Il comitato attende dall’Ente Parco del Campo dei Fiori documentazione che tarda a giungere. L’Ente ha dato il benestare all’aggressivo progetto. Si attende di conoscere in particolare la posizione assunta in Consiglio da uno degli aventi diritto al voto, che ci risulta fosse anche comproprietario del terreno di recente ceduto al Comune dove opererà il cantiere e nelle profondità del quale sarà realizzato il parcheggio.

Ambiente – S.I.C.

 Il luogo, oltre ad esser protetto in quanto parte del Parco Regionale è Sito d’Interesse Comunitario Europeo, ulteriore motivo di sconcerto e sconforto, e per il quale  è molto attesa la documentazione richiesta all’Ente Parco Campo dei Fiori: giacché non risulta che le rigide procedure previste per poter avviare progetti edili e interventi in un territorio SIC, in particolare riguardanti studi geologici e geognostici e presentazione di piani alternativi, siano state pienamente rispettate. Dagli allegati al Bando di Gara, si evince che ulteriori indagini integrative siano necessarie e previste a progetto avviato in fase di progettazione esecutiva ad opera degli stessi appaltatori, e ciò è stato confermato dall’Amministrazione.

Ambiente – Sottosuolo

Allarma l’uso di esplosivi in un luogo quale il Massiccio del Campo dei Fiori, che consiste di roccia calcarea e dolomitica, roccia carsica, e cela reticoli di grotte (pochissime censite) in sistemi e sottosistemi delle cui configurazioni molto si ignora. Il progetto per il parcheggio “interrato” prevede un superficiale intervento di scavi, che necessariamente sarà presto seguito da una più prolungata fase in cui si agirà con microesplosioni atte a sbancare la roccia. Nessuno intende discutere della perizia tecnica di chi otterrà l’incarico, posto che è stato assicurato non sia la Società aggiudicataria dell’appalto (il cui profilo illustreremo più sotto) e che sarà invece un operatore specializzato. I rischi sono insiti nelle peculiari condizioni in cui si va ad agire: in zona limitrofa ad un edificio storico-artistico del ‘600 particolarmente vulnerabile ad inevitabili vibrazioni nonché detriti in forma anche sottile, e senza poter certamente escludere (come emerge nelle prudenziali relazioni tecniche) la possibilità d’imbattersi in vuoti sotterranei, magari, aggiungiamo, camini verticali collegati a falde acquifere in profondità.

Ambiente – Specie animali protette

Secondo le “Linee guida per la conservazione dei Chirotteri nelle costruzioni antropiche e per la risoluzione degli aspetti conflittuali connessi”, a  cura del Gruppo Italiano Ricerca Chirotteri (GIRC) e dell’Università dell’Insubria in collaborazione con il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare e il Ministero per i Beni e le Attività culturali,  “… è vietato abbattere, catturare, detenere e commerciare esemplari di qualsiasi specie di Chirotteri italiani”. Le normative vigenti dispongono altresì il divieto di creare disturbo agli esemplari in particolare durante le varie fasi del periodo riproduttivo e durante l’ibernazione, nonché il divieto di alterare o distruggere siti di rifugio (art 6 Cap. III Convenzione di Berna; art. 8 DPR 357/97). Relativamente a questo aspetto sono citati i ‘siti di riproduzione’, ‘di sosta’ e ‘di riposo’, cosicché tutte le tipologie di siti di rifugio utilizzate dai Chirotteri sono interessate dalla disposizione.

Per le violazioni a tale norma non sono previste sanzioni specifiche, ma le infrazioni gravi, ossia causa di un danno ambientale ‘significativo’, possono essere sanzionate con riferimento alla normativa sul danno ambientale che si applica a tutte le specie italiane di Chirotteri.

La segnalazione di una minaccia o di  avvenuto danno ambientale spetta  a chi ha responsabilità nell’ evento (art 104 e 105), ma denunce e osservazioni documentate su qualsiasi caso di danno ambientale  o di minaccia imminente di danno ambientale possono essere presentate al Ministero… da parte di Regioni, Provincie Autonome, Enti locali, persone fisiche o giuridiche che sono o potrebbero essere colpite dal danno ambientale o che vantino interesse legittimante in materia (art. 309), (anche organizzazioni non governative che promuovono la protezione dell’ambiente, art.13 della L. 349/1986).

Ulteriore disposizioni utili per concretizzare la tutela delle specie di Chirotteri e del loro habitat, siti di rifugio compresi, si applicano agli ambiti individuati come pSIC (proposti Siti di Importanza Comunitaria), SIC (Siti di Importanza Comunitaria) o designai ZSC (Zone Speciali di Conservazione) ai sensi della Direttiva 92/43/CEE (esplicitate nei DPR 57/1997 e DPR 120/2003).

Inoltre all’interno di pSIC, SIC e ZSC, eventuali piani territoriali o interventi “non direttamente connessi e necessari al mantenimento in uno stato di conservazione soddisfacente delle specie e degli habitat presenti nel sito, ma che possono avere incidenze significative sul sito stesso”, devono essere sottoposti alla procedura di valutazione di incidenza…….sulla base di uno studio volto  a individuare e ponderare gli effetti della realizzazione del piano/intervento sul sito, tenuto conto degli obiettivi di conservazione del sito stesso.”

Non abbiamo contezza relativamente ad altre specie protette minacciate dal progetto in questione. Abbiamo la consapevolezza che la specie in via d’estinzione dei chirotteri, pipistrelli insediati nelle profondità in un largo raggio rispetto al punto ove opererà il cantiere, sarà interessata da violazioni, alla cui denuncia dovrebbe procedere l’Ente che tale violazione, per contro, intende agevolare.

Appalto – Aggiudicatario Lavori

L’aggiudicazione è avvenuta l’11 agosto scorso. Secondo i minimali criteri contenuti nel bando, “l’offerta contenente il prezzo più basso determinata mediante offerta di ribasso percentuale” è pervenuta dalla Ditta Finteco Lavori Srl di Milano. Solo il 9 luglio scorso, ma per tempo, La Società ha ottenuto dal TAR l’annullamento dell’”informativa interdittiva antimafia” emessa in precedenza dalla Prefettura di Milano. La Prefettura aveva ritenuto che, per la situazione familiare dell’amministratrice unica, coniuge di un pregiudicato condannato per corruzione, e per due episodi di cessione e riacquisizione di quote societarie con riferimento ad un esponente della  ’Ndrangheta, sussistessero elementi di contiguità con pratiche e personaggi della criminalità organizzata, tali da riconoscere il divieto d’aggiudicarsi appalti pubblici. L’area non è ancora stata consegnata. Preoccupa e indigna, oltre al profilo della proprietà societaria, che le risorse della Ditta (capitale, dotazioni in maestranze e in immobilizzazioni tecniche) appaiano incredibilmente sottodimensionate (capitale 1 – valore appalto 100) rispetto all’entità, all’insidia e delicatezza dei lavori oggetto dell’appalto.

Concomitanze temporali rispetto ad EXPO 2015

 Appare inconcepibile che il cantiere debba essere avviato nel prossimo autunno. E’ previsto che durante lo sbancamento della roccia, per motivi di sicurezza e per assicurare l’evacuazione dei detriti, siano attuate lunghe sospensioni del traffico. La conseguenza indiscutibile è che proprio durante la manifestazione universale ci si ritrovi con chiusure alla viabilità che penalizzeranno proprio Sacro Monte e Campo dei Fiori in pieno afflusso dei visitatori dell’Expo 2015, precludendo la visita a luoghi di primaria importanza e danneggiando l’immagine della Città.

Risorse pubbliche

Nelle condizioni di difficoltà in cui si dibatte l’Italia, con il debito crescente, vari trimestri di recessione e conclamata deflazione, lo “spreco” di risorse regionali, provinciali, comunali per un parcheggio periferico, opera sterile giacché il suo utilizzo ragionevolmente si limiterà, come più avanti evidenziato, a poche giornate nell’arco dell’anno (di dati tecnici ufficiali sull’affluenza alla Prima Cappella non è stata fatta materia di discussione durante i confronti in cui si chiedevano spiegazioni e assicurazioni alla Giunta), ebbene questo sperpero colpisce e offende il sentimento comune degli abitanti della nostra città. Opere fondamentali di manutenzione e opere più importanti non vengono realizzate per mancanza di fondi e nessun aiuto viene dato al tessuto industriale e commerciale, anzi le tasse aumentano. L’incidenza di 35.000 euro a posto auto, ai quali si dovranno aggiungere immancabili maggiori costi di varianti d’opera, rappresenta un insensato insulto alle autentiche necessità del cittadino-contribuente, mentre annose immobilità hanno prodotto estremo degrado: solo due esempi brucianti, le condizioni d’allarme della salubrità del Lago e la gravissima incuria della centrale Caserma Garibaldi acquistata anni fa per quasi 3 milioni di euro, da tempo causa di blocchi della viabilità giacché pericolante.

Ubicazione, Utilità e Viabilità

Lascia sconcertati la scelta del sito. Qualche chilometro dalla stazione della Funicolare, ubicata più a valle, non incoraggia a fruire di quel mezzo nella salita verso Santa Maria del Monte, che il parcheggio dovrebbe servire. Ed è un altro danno, poiché l’esercizio della funicolare, costata pochi anni fa sei milioni di euro, produce perdite ogni anno. Il Borgo è, del resto, al colmo del promontorio, di gran lunga più distante. Anche l’ubicazione dell’autosilo sulla Via del Santuario tra due tornanti, come si è detto,  genera giudizi severi in merito alla sicurezza degli accessi d’ingresso e d’uscita dei veicoli, e critici rispetto alla fluidità del traffico nei pochi momenti in cui oggettivamente l’affluenza fosse importante. Come sopra si è accennato, non sono stati divulgati, neppure nei momenti di duro confronto sulle contestazioni, dati statistici sui flussi di traffico verso il Sacro Monte. Ma si stima che da gennaio a dicembre, dal lunedì alla domenica, siano una decina le giornate di grande affluenza, per far fronte alle quali in molti avrebbero suggerito location differenti e alternative,  o “addirittura” il potenziamento dei mezzi pubblici. La tesi qui indicata deriva dalle valutazioni degli abitanti della Frazione interessata dai lavori, ma non solo; esiste un mondo, certamente non tacciabile di parzialità, che abitualmente anima in modo discreto l’altura: studiosi attratti dalle bellezze artistiche della Via Sacra, fedeli sul percorso di pellegrinaggio sino al Santuario, amanti della natura legati al Parco, appassionati di trekking o delle arrampicate in bicicletta, frequentatori abituali legati da tradizione, e tutti, profondi conoscitori del luogo secondo la propria sensibilità, confortano la medesima stima. La pretesa utilità pubblica dell’opera ne resta inficiata.

 

Tag:

Leggi anche: