Tre donne per una mostra sussurrata, fatta di luci soffuse e di ombre segrete, di intimità e di emozioni raccontate in un gesto. La mostra curata da Alessandra Redaelli ha come protagoniste le pittrici Ilaria Del Monte e Tina Sgrò e la scultrice Jill Hojeberg.
Con le sue stanze abitate da creature fatate, Ilaria Del Monte ci introduce in un mondo fiabesco, tra realismo magico e suggestioni metafisiche. Figli del grande Novecento italiano – da De Chirico a Casorati – i suoi dipinti incantano per la poesia e la pulizia formale. Qui, avvolte da atmosfere in bilico tra seduzione sottile e palpabile inquietudine, bellissime fanciulle intrattengono dialoghi misteriosi con piante e animali, mentre l’ambiente, improvvisamente vivo, si anima di sussulti leggeri.
Custodi di antiche memorie sono invece le stanze di Tina Sgrò, disabitate e tuttavia intrise di memorie così vivide e presenti da apparirci sotto forma di sensazioni tangibili: voci sussurrate, fruscii leggeri, profumi misteriosi acquattati negli angoli. Costruite in pennellate veloci e istintive, sostanziate di una luce tenera e soffusa che smussa gli spigoli e ammorbidisce i contorni, queste stanze appaiono allo spettatore come una galleria di ritratti. Ritratti sostanziati di emozioni e di nostalgia nei quali perdersi come in una fantasia ad occhi aperti.
L’emozione si traduce invece in forme solide nelle sculture di Jill Hojeberg. Marmo, alabastro, bronzo e vetro, declinati in forme sinuose e turgide, diventano qui i capitoli di una storia fatta di brevi momenti intimi. Abbracci, nostalgie, gesti segreti si traducono in nodi di materia avvolti su se stessi, spirali sulle quali far scorrere le dita in una carezza infinita, onde concave e accoglienti; gesti minuti, semplificati fino all’estremo, capaci di contenere insondabili profondità.