
Un uomo libero. E un giornalista coraggioso.
Due doti che, purtroppo, soprattutto oggi, sono poco diffuse.
E lui le possedeva entrambe, come ricordano gli amici e i colleghi. Giorgio Salvetti, giornalista de Il Manifesto, si è tolto la vita poco fuori Varese, sulla provinciale che collega Castello Cabiaglio a Cuvio. È stato trovato morto nel primo pomeriggio di mercoledì scorso, impiccato ad un albero. Il giorno prima, il 26 agosto, aveva compiuto 42 anni. Salvetti ha vissuto sempre a Varese, e, nonostante il suo lavoro avesse base a Milano e lo portasse in giro per l’Italia, era rimasto legato alla sua città, come testimonia l’affetto dei tantissimi amici che ora lo ricordano con dolore e commozione.
A dare la notizia della morte è stato il suo giornale, Il Manifesto. “Una notizia che non avremmo mai voluto sentire – scrivono i colleghi – Giorgio Salvetti, redattore di questo giornale, si è tolto la vita. Lo ha fatto in pieno giorno, il 27 agosto, il giorno dopo il suo compleanno, in un momento di apparente normalità di affetti e di pensieri”.
E quindi ne descrivono il carattere. “Se ne va a 42 anni in silenzio, fermo, sereno e dolce com’è sempre stato. Capace di dare tanto a chi gli stava vicino. Con la sua passione nella difesa degli ultimi, la sua indignazione per le malefatte dei potenti, il suo rispetto profondo per la libertà, il suo rigore nell’avere mantenuto l’impegno politico e professionale con la nuova cooperativa de “il manifesto”. Un giovane, un uomo, su cui puntare per il nostro difficile futuro”.
Salvetti aveva iniziato la propria carriera scrivendo il suo primo articolo il 2 agosto del 2000, intitolato “Sacchi a pelo contro l’imperialismo”. “Con Luca Fazio, al quale era legato da un’amicizia e da un sodalizio politico ventennale, Giorgio era non solo la nostra redazione di Milano e del nord, ma nel riordino e divisione delle fatiche giornaliere, il cronista e l’intervistatore delle pagine politiche e sociali. Generoso, duttile e curioso, di elevata cultura e di scarso narcisismo, Giorgio avrebbe potuto scrivere — e scriveva — di molti e svariati argomenti. A cominciare dalla sua passione musicale, il reggae” continua l’articolo di ricordo. E quindi una nota sul suo ultimo impegno professionale, le ultime indagini sull’Expo, le interviste a Stefano Rodotà e al sindaco di Milano Pisapia.
I colleghi di Giorgio si stringono attorno alla sua compagna Karen, a sua madre Maria Enrica, a suo padre Guido e a Bianca, a Luca Fazio, collega e amico di una vita.
I funerali di Giorgio Salvetti si terranno lunedì 1 settembre nella Sala Commiato del cimitero di Giubiano di Varese alle ore 14.15.