“Varese: pronto soccorso al collasso”. Striscia la Notizia mostra i disagi della sanità del capoluogo

L’inviato Max Laudadio ha realizzato un servizio, andando sul campo, sulla situazione dell’Ospedale di Varese. Le immagini mostrano pazienti su barelle e corridoi dove gli operatori fanno fatica a fare il proprio lavoro. Il dg sminuisce i problemi, ma nel fuori onda si lamenta del taglio di posti letto

10 Febbraio 2015
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Striscia

 

I disagi del Pronto Soccorso di Varese finiscono su Striscia la Notizia. Due puntate, una andata in onda ieri e una che andrà in onda questa sera, martedì 10 febbraio, quelle che dedicate al problema della barellaia dell’Ospedale di Circolo, con l’inviato Max Laudadio, che ieri sera ha intervistato il direttore generale della struttura Callisto Bravi

Prima di sentire il dg, Laudadio ha però fatto un giro nei locali del Pronto Soccorso, mostrando la situazione di disagio, con persone “parcheggiate” nei corridoi sulle barelle, e gli stessi operatori del 118 costretti a muoversi in mezzo a tante difficoltà. «Il viavai di barelle, pazienti e famigliari è continuo. E senza privacy per le persone» commenta l’inviato, mostrando le immagini, dove naturalmente i volti dei malati e degli operatori sono oscurati. Alcuni pazienti, addirittura, non hanno nemmeno la barella, ma sono curati seduti sulle sedie di ferro, con tanto di flebo, spiega Laudadio. Che intervistando alcuni degenti chiede loro da quanto si trovino ricoverati. E c’è chi risponde 3 giorni, chi 2. Durante le riprese, l’inviato assiste addirittura al malore di un paziente. Che, non essendoci posti per ricoverarlo, dev’essere quindi soccorso sul posto.

Prontosoccorso 1

Il dg ha risposto, sottolineando che la situazione «è molto migliorata da settembre ad oggi».

Tuttavia, in un “fuori onda”, quando ovvero l’intervista era ufficialmente finita, ma Laudadio aveva lasciato i microfoni accesi, si sente la voce di Bravi che ammette il problema: «Che colpa ne ho io se hanno tagliato 40 posti letto all’esterno?».

Prontosoccorso 2

Tuttavia, Bravi ha poi voluto sottolineare, alla stampa locale, che «è stata estrapolata una frase da un contesto più ampio. Stavamo parlando dei duecento posti letto in meno che gli infermieri e non solo lamentano. In quel momento, credo, stavo parlando del tasso di saturazione dei posti letto nel nord della provincia e del fatto che rispetto al sud ci siano meno posti a disposizione ma non ricordo in che punto abbia detto quel numero, forse si è trattato semplicemente di un corto circuito neurologico, volevo semplicemente dire che c’è bisogno di recuperare qualche posto in più nel nord della provincia».

 

 

 

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