Lo spettacolo in un atto è liberamente tratta dal Tema del traditore e dell’eroe, racconto della celebre raccolta Finzioni di Jorge Luis Borges. Una tragedia moderna in cui sarà richiesto al pubblico di essere non solo spettatore ma di partecipare come parte integrante dell’azione. Regia e drammaturgia di Michele Giuriola.
La trama: mentre un’attrice sta interpretando il monologo di Calpurnia, moglie di Giulio Cesare, in un moderno adattamento dell’omonima opera shakespeariana, un commando di terroristi fa irruzione in teatro, alla ricerca di qualcuno nascosto tra gli spettatori. Da qui comincia una nuova storia in cui i protagonisti saranno proprio i terroristi e il pubblico.
Spiega il regista Michele Giuriola “Il racconto colpì immediatamente la mia fantasia: la vicenda del tradimento di un rivoluzionario e l’eroica accettazione della sua condanna mi sembrarono da subito un soggetto molto interessante su cui lavorare. Così è nato Ostaggi, un atto unico che mantiene solo come sfondo il tema che già aveva sviluppato Borges e che, in questa trasposizione, vive di vita propria: come spesso accade nei miei (nostri) lavori, un grande autore ha dato il via e noi abbiamo aggiunto la nostra poetica. Ostaggi è una storia di tradimenti e di vittime, è il confronto-scontro di vite votate al male. Ma nulla è mai come sembra, in questo dramma. Nella regia di questo spettacolo, più che in ogni altro, ho dovuto davvero considerare il pubblico come parte integrante dell’azione. Questo è lo sforzo che questa volta chiediamo a chi assisterà allo spettacolo: partecipare pienamente, con l’attenzione e con l’emozione. Siamo artisti e ci muoviamo necessariamente nella finzione della scena: in questo siamo più che mai borgesiani, questo è il “contratto” che firmiamo spontaneamente col nostro pubblico e forzare la mano su alcuni momenti più d’impatto, a mio avviso, non ha senso. Ha senso invece che il pubblico ci accompagni nel nostro racconto consapevole che nulla è vero, ma che è molto sensato lasciarsi trasportare. Ostaggi è una tragedia moderna; in quanto tale invito ad affrontarla seguendo la massima dell’antico filosofo Gorgia: “La tragedia è un inganno in cui è più saggio chi più si lascia ingannare”.