
La squadra della Lega è pronta per le provinciali. A sostegno della candidata alla presidenza Silvana Alberio.
E per contrastare l’alleanza Pd-Ncd, che viene vista come una “minaccia” per il territorio varesino.
Ecco quanto è emerso dalla presentazione di ieri sera della lista leghista: accanto alla candidata presidente, il segretario provinciale della Lega Nord Matteo Bianchi, il commissario uscente della Provincia Dario Galli, il sindaco di Varese Attilio Fontana e il senatore Stefano Candiani.
“Il decreto per Linate ammazza Malpensa – dice a chiare lettere Bianchi – ed è un esempio di come governa il centrosinistra con i suoi alleati. Questo territorio, dal governo Pd-Ncd, viene ancora visto come una vacca da mungere, anche se da mungere non è rimasto molto ad oggi.
Se i presupposti dell’alleanza Pd-Ncd sono questi, dobbiamo fare di tutto per avere ancora una volta la presidenza della Provincia”.
E quindi una forte critica alla trasformazione dell’ente da primo a secondo livello, con il fatto che a votare siano i consiglieri comunali e non i cittadini. “Questa legge elettorale è fatta a immagine e somiglianza della sinistra: le piace vincere facile”.
Candiani ha parlato del caso Malpensa: “Siamo noi varesini che dobbiamo difendere Malpensa, perché ai partiti che rispondono ad altri centri non interesse niente del nostro aeroporto. E a parte la Lega, nessun partito guarda effettivamente agli interessi di Varese. Forza Italia non conta più niente nonostante la Comi esca sui giornali a lanciare una battaglia dietro l’altra. Il Pd varesino deve dire cosa sta facendo, non basta la letterina mandata al governo, vediamo innanzitutto cosa rispondono da Roma”.
E quindi una critica alla riforma della Provincia: “Fanno di credere di aver fatto passaggi che abbiano alleggerito le istitutzioni, mentre la Provincia con tutti i costi rimane. Anzi, i costi potrebbero anche aumentare nel caso le competenze venissero spostate alle Regioni”.
E qui entra Galli, con il suo duro j’accuse: “Se bisognava ridurre i costi, bastava andare a vedere quali erano le Province troppo dispendiose e rimediare. Bastava prendere le prime dieci Province più virtuose, dove Varese sarebbe stata prima, come modella da seguire. E costringere le alte 90 ad adeguarsi. Non c’era bisogno di un superscout come Renzi per fare questo.
Invece le Province restano, semplicemente i cittadini non saranno più chiamati a votare”.