Varese, il padre porta il figlio in vacanza in Africa. La madre non lo vede più

Una trentunenne di Varese piange l’assenza del figlio, portatole via dall’ex compagno nove mesi fa

16 Febbraio 2015
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Foto repertorio

Aveva affidato il figlio al padre, per una vacanza nel Paese di origine dell’uomo, la Sierra Leone. Da allora una donna di 31 anni di Varese, Pamela S., non ha più rivisto il figlio. Il bambino di undici anni è stato portato via dal padre, Alimu S., un trentaduenne originario del Paese africano. Al termine delle vacanze, che padre e figlio hanno passato insieme, il bambino non ha più fatto ritorno.

Da questo momento è iniziato un vero e proprio incubo per la donna. L’uomo aveva promesso alla donna di riportarlo in Italia a settembre per l’inizio della scuola, ma così non è stato. Avrebbe dovuto iscriversi al primo anno della scuola media “Anna Frank”, visto che la madre risiede nel quartiere delle Bustecche. Il bambino era in affidamento condiviso a entrambi i genitori, ma da qualche mese viveva con il padre e vedeva la madre ogni due settimane.

Da quanto racconta la donna, che ha deciso di “denunciare” quello che le è accaduto alla stampa locale, l’avvicinamento tra padre e figlio era recente, perché per molti anni l’uomo si era quasi disinteressato al bambino. La donna dopo aver provato in tutti i modi a convincere l’uomo a far tornare suo figlio, ha denunciato alla Questura l’ex compagno, con il quale non si era mai sposata. L’accusa ipotizzata è di sottrazione di minore e di averlo trattenuto all’estero.

L’uomo qualche mese fa era anche tornato in Italia per curare i propri affari commerciali. Dopo questo episodio la donna ha deciso di rendere pubblica la vicenda. La donna non ha più né visto né sentito il bambino da giugno 2014 e può solo credere alle parole dell’ex compagno. Secondo l’uomo, che ultimamente è divenuto pressoché irrintracciabile, il bambino sta bene e sta frequentando la scuola in Sierra Leone. L’unico contatto intercorso tra madre e figlio è stato un breve messaggio su facebook, poi più nulla. La donna disperata, si appella al diritto esercitare la propria responsabilità genitoriale, vedendo e passando del tempo con il proprio figlio al pari dell’altro genitore. La strada per riportare il bambino in Italia si preannuncia difficilissima. La donna spera di poter riabbracciare suo figlio al più presto e che, nel prossimo ritorno dell’uomo in Italia, previsto nei prossimi giorni, si possa giungere a una soluzione.

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