Sabato scorso a Busto Arsizio, in piazza Santa Maria, sono arrivate le Sentinelle in Piedi. Inizialmente, dato anche altri impegni pregressi, non lo consideravo per me un appuntamento immancabile, anche se ne condividevo alcuni aspetti. Ma visto lo scatenarsi della polemica in un noto gruppo cittadino di Facebook (…Sei di Busto Arsizio se…) ho deciso di fare un salto in centro.
Si notava subito la composta e particolare manifestazione delle sentinelle (una cinquantina, su per giù) e la presenza di una ventina di ragazzi, mediamente di circa 21/22 anni, che armati di cartelli, hanno cercato di mostrare la loro contrarietà alla manifestazione.
Il tutto si è svolto in maniera abbastanza pacifica, ognuno ha avuto il diritto sacrosanto di fare quello che gli sembrava giusto, senza ledere al prossimo. Non ho trovato sagge le reazioni del giorno dopo di Attolini (Fratelli d’Italia) che parla addirittura di Black Bloc. Da dimenticare anche le frecciate virtuali del segretario del Pd bustocco che come al solito, senza tastare con mano lancia strali. Insomma il mondo politico partitico per l’ennesima volta fa una brutta figura: non partecipando, non comprendendo, non conoscendo o semplicemente giudicando.
Così come mi è sembrato decisamente fuori luogo un articolo della stampa locale, che descriveva il tutto come “gli adulti in piedi a leggere (“immobili, mentre il mondo va avanti”) e i ragazzi contrari”, descritti come gli “studenti di Busto”. Le semplificazioni fanno male.
Io ero là, ho partecipato con il mio libro e posso chiaramente descrivere tutto quello che c’è stato. Le sentinelle erano di tutte le età e le classi sociali, anche tra di loro erano presenti dei “maleducati”. Quando a fine manifestazione venivano richiamati dai ragazzi anti sentinelle per un confronto ho sentito con le mie orecchie qualcuno che ridendo in faccia gli rispondeva “io con te non parlo”.
Diversissimo e apprezzabile invece il comportamento di Samuele Pellegatta, che della protesta silenziosa era il coordinatore. Giovane e appassionato si è fatto circondare dai ragazzi che, un po’ provocatoriamente gli facevano delle domande e pretendevano un confronto.
I contestatori erano come già detto una ventina di ragazzi attorno ai 22 anni, solo alcuni appartenenti a centri sociali e solo alcuni di Busto… Anche tra di loro erano presenti dei maleducati ignoranti, uno su tutti ha esclamato “solo perchè ci sono i celerini, sennò vedevate….”. Ma c’erano anche dei ragazzi e ragazze intelligenti ed educati: anche io sono stato fermato da una ragazza che nonostante la domanda iniziale un po provocatoria, si è dimostrata intelligente e aperta nel confrontarsi con me, che stavo “dall’altra parte”, una chiacchierata di parecchi minuti che sicuramente ha confermato a me che le barriere ideologiche sono veramente ormai superate e alla ragazza che dall’altra parte c’erano anche persone con cui poter comunicare e confrontarsi.
La speranza è che le giovani generazioni comprendano sempre di più il concetto di libertà, che è prodromico ad un confronto sereno e maturo.
Matteo Sabba