La rimozione delle barriere alla mobilità tra Stati e la crescita del numero dei transfrontalieri sono fenomeni in grado di favorire sempre più la riduzione delle disparità regionali, contribuendo a una più efficiente allocazione dei lavoratori. Tali effetti potranno essere ancora più evidenti nelle aree di confine, proprio come nel caso della provincia di Varese, da sempre caratterizzata da importanti flussi di lavoratori diretti verso il confinante Canton Ticino.
L’articolo dal titolo “Cross-border commuters: How to segment Them? A Framework of Analysis”, pubblicato sulla rivista International Migration e curato dai ricercatori Niccolò Comerio e Federica Sottrici, insieme alla professoressa Eliana Minelli della Scuola di Economia e Management della LIUC, con il contributo di Enrico Torchia dell’Università degli Studi di Milano, presenta un nuovo modello teorico qualitativo finalizzato a segmentare i lavoratori transfrontalieri in base a due dimensioni, competenze possedute e livello competizione con i lavoratori locali, utile a supportare i policymaker nei processi decisionali.
L’articolo si sviluppa all’interno del progetto Interreg “Cross-border skill (mis)matching”, che vede la collaborazione della LIUC e dell’Università degli Studi dell’Insubria dal lato italiano e di SUPSI dal lato elvetico, con l’obiettivo di allineare domanda e offerta di lavoro per rispondere ai bisogni occupazionali delle imprese nello spazio transfrontaliero insubrico.
Il modello proposto nell’articolo potrà essere testato e validato in altri contesti del mondo caratterizzati da importanti flussi migratori.