
Un’antica stampa che Federico Agnelli incise a Milano nel 1656 su commissione dei fabbricieri del Sacro Monte, in onore del cardinale Alfonso Litta arcivescovo di Milano, testimonia la presenza di estesi vigneti sulle pendici del Sacro Monte.
I filari salivano addirittura fino alla Settima cappella. La stampa riguarda tutta l’area del Sacro Monte e di Santa Maria del Monte, dall’inizio della via del Rosario sino alla torre degli ariani.
Il documento identifica l’abitato di Santo Maria del Monte casa per casa, chiesa per chiesa, documenta la prima confermazione del monastero di clausura e fornisce una grande quantità di informazioni sulla vita, il lavoro, gli orti e le colture del Sacro Monte o metà del XVII secolo.
Ordinati vigneti salgono dalla Prima alla Settima Cappella quasi seguendo il percorso devozionale dei pellegrini, gli orti coltivati appena sotto i muri delle case del borgo alto, le cave di pietra vicino al casolare di Castefanone e alla Cassina Moroni, l’attuale Prima Cappella, dove si trovavano i locali e le attrezzature agricole dei massari delle suore, l’ortaglia, la cantina e il torchio dove si svolgevano le operazioni della vendemmia.