Regione Lombardia, un progetto di legge per tutelare gli animali utilizzati per ricerca

Il testo della proposta sarà esaminato entro fine febbraio dall’Assemblea, La Regione dovrebbe devolvere 100mila euro per sostenere la ricerca alternativa

30 Gennaio 2015
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Ricerca e sperimentazione, la Commissione Sanità ha approvato il progetto di legge che tutela gli animali e promuove metodi alternativi. Nella stessa seduta via libera alla proposta di risoluzione per l’utilizzo del patrimonio mobiliare dismesso dalle strutture sanitarie lombarde.

La Commissione Sanità, presieduta da Fabio Rizzi (Lega Nord), ha approvato oggi a maggioranza il progetto di legge per la protezione degli animali utilizzati per la ricerca e la sperimentazione: a favore hanno votato FI, NCD, Lega Nord, Lista Maroni, Gruppo Misto, astenuti PD, Patto civico, contrari M5S.

Il testo, illustrato da Stefano Carugo (NCD), introduce tra l’altro norme per la promozione dei metodi alternativi e sarà esaminato dall’Assemblea entro fine febbraio. Soddisfazione è stata espressa dal Presidente Rizzi, già promotore di una legge in materia, che ha sottolineato come le nuove nome segnino “una pietra miliare per la tutela degli animali utilizzati nella ricerca scientifica. La Lombardia è la prima regione che incentiva le sperimentazione che utilizzano metodi di laboratorio alternativi che limitano quanto possibile l’utilizzo di animali”.

“E’ una legge ragionevole ed equilibrata – ha dichiarato il relatore Carugo – che tutela gli animali utilizzati per la ricerca scientifica”.

Recependo quanto predisposto dalla nuova disciplina in materia di sperimentazione animale, introdotta con il d.lgs. 26/2014, viene riconosciuto l’Istituto zooprofilattico sperimentale della Lombardia e dell’Emilia-Romagna come centro di riferimento nazionale per i metodi alternativi. Spetterà al centro di Brescia la consulenza sulla pertinenza normativa e l’idoneità dei metodi alternativi, la valutazione del benessere e la cura degli animali da laboratorio

La norma finanziaria, che dovrà essere approvata dalla Commissione consiliare Bilancio, prima della discussione in Aula, prevede per la promozione e il sostegno alla ricerca di sistemi alternativi un finanziamento di 100mila euro.

Il gruppo Pd e il Patto civico si sono astenuti non ravvisando una concreta utilità del provvedimento, mentre il Movimento 5 Stelle ha ribadito la necessità di un divieto assoluto di utilizzo di animali a scopi scientifici.

Nella stessa seduta la Commissione ha inoltre  approvato larga maggioranza (a favore hanno votato FI, NCD, Lega Nord, Lista Maroni Presidente, Gruppo Misto, PD, Patto civico, astenuto M5S) una proposta di risoluzione sull’utilizzo del patrimonio mobiliare dismesso dalle strutture sanitarie. Il testo, illustrato da Angelo Capelli (FI),  e che ora sarà esaminato dall’Assemblea, ribadisce il principio dell’obbligatorietà  della dismissione gratuita di attrezzature e macchinari a favore di enti, associazione ed organizzazioni no profit e impegna la Giunta a introdurre procedure per la dismissione e l’assegnazione (avviso pubblico, pubblicità della dismissione, termine per le richieste e – solo successivamente in caso di mancata assegnazione – un’eventuale gara ad evidenza pubblica). Il documento prevede, inoltre, un rigoroso sistema di controllo preventivo sulla funzionalità dei beni da dismettere e sulla loro successiva destinazione e relativo utilizzo.
“Si tratta –  ha precisato il Presidente Rizzi – di un atto importante che impegna la Giunta a precisare meglio le finalità della delibera sulle dismissioni, che ha come finalità la gratuità della donazione di attrezzature sanitarie ancora funzionanti”.

“Il documento – ha dichiarato Capelli – perfeziona il meccanismo di dismissione nell’ottica della trasparenza e della attribuzione gratuita a favore delle associazioni di volontariato, fugando ogni possibile responsabilità erariale”.

Motivando il voto a favore, Carlo Borghetti (PD) ha sottolineato come “lo scopo della risoluzione sia incentivare il riuso umanitario dei beni dismessi”, mentre Maria Teresa Baldini del gruppo Misto ha evidenziato l’utilità di  fissare criteri per la tracciabilità dei beni dismessi.

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