Regione Lombardia, arriva il primo sì alla “zona franca” al confine con la Svizzera

La commissione Bilancio ha approvato la proposta di legge, da mandare al Parlamento, per istituire le Zone economiche speciali vicino alla Confederazione Elvetica. Saranno aree defiscalizzate

02 Luglio 2014
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Zone economiche con forti incentivi e riduzioni fiscali. In modo da favorire le aziende ed evitare che fuggano all’estero.

Via libera alle Zone Economiche speciali (Zes). Il primo sì alla proposta  legge al Parlamento è avvenuto oggi da parte della Commissione Bilancio preseduta da Alessandro Colucci (Ncd) che dopo settimane di incontri e approfondimenti ha approvato a maggioranza (con il sì del centrodestra e l’astensione di Pd e Movimento 5 Stelle) il provvedimento che riguarda la fascia di territori al confine con la Svizzera.
Sul modello dello sconto benzina, le ZES riguarderà infatti il 65% dei Comuni delle Province di Varese, Como e Sondrio (pari al 15% di tutti i Comuni lombardi) con un’incidenza del 10% per quanto riguarda la stima delle entrate tributarie.
In Commissione si è discusso sulla possibilità di estendere la Zes anche ai comuni della fascia aeroportuale di Malpensa ma per il momento l’Assessore all’Economia Massimo Garavaglia, presente in Commissione durante l’esame degli emendamenti,  ha chiesto alcuni giorni per valutare l’impatto che si avrà in bilancio se si dovessero includere nel provvedimento anche i comuni della Brughiera. Se ne riparlerà in Aula.
Per le imprese delle Zes (nuove o esistenti) si prevedono incentivi alla realizzazione degli investimenti iniziali, agevolazioni fiscali sulle imposte dei redditi (esenzione/riduzione di Irpef e Ires) o imposte locali sulla proprietà, esenzione Iva e imposte doganali sulle attività import-export e, infine, riduzione degli oneri sociali sulle retribuzioni.
In pratica, per quanto riguarda l’agevolazione IRAP per le imprese esistenti sarebbe pari a 400 milioni l’anno. Per quanto riguarda l’IVA si stima un taglio di circa 625MLN di euro l’anno.
Le imprese beneficiarie dovranno rimanere all’interno delle ZES per almeno 5 anni, il personale assunto dovrà provenire al 90% dalla Lombardia e il cumulo delle agevolazioni non potrà superare il 40% del fatturato di ciascun esercizio.

Soddisfatto il relatore del provvedimento Marco Tizzoni: “La Lombardia si arma di una proposta che  sarà in grado di dare una scossa a quelle aree di confine che attualmente soffrono della concorrenza fiscale e amministrativa della vicina Confederazione”. Per il Presidente della Commissione Alessandro Colucci, il provvedimento rappresenta “un’importante segnale che viene dato al mondo produttivo e che testimonia la ferma volontà di Regione Lombardia di farsi parte attiva in un momento di cattiva congiuntura per difendere le aziende e il lavoro lombardo”.

Il capogruppo in Commissione del PD Enrico Brambilla ha definito l’astensione del suo Gruppo “tecnica”. “Per noi – ha detto – il provvedimento non dovrebbe limitarsi alle zone di confine con la Svizzera ma interessare tutte le zone lombarde che sono in sofferenza. Vediamo se da qui alla discussione in Aula ci saranno novità, in tal caso le valuteremo”.

“È un primo importante traguardo che dimostra la volontà di Regione Lombardia di porre un argine al fenomeno della delocalizzazione delle imprese – commenta la consigliera della Lega Nord Francesca Brianza – oggi, a causa della ormai insostenibile pressione fiscale italiana, molti imprenditori preferiscono trasferire l’attività nella Confederazione, con il conseguente aumento di disoccupazione e di progressivo impoverimento dei territori di confine. Noi stiamo invece provando una via alternativa: le “zone franche” sono un passo obbligato verso il ritorno alla competitività delle nostre aree di produzione grazie a un fisco equiparabile a quello del Canton Ticino, con evidenti vantaggi in termini economici ed occupazionali. Vediamo se il Governo si mostrerà sensibile a questo tema”.

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