Uber Pop non potrà più operare né a Milano né nel resto del Paese.
Il Tribunale di Milano, con la sentenza emessa martedì 26 maggio dal giudice Claudio Marangoni, della sezione Imprese, ha accolto il ricorso, presentato per conto delle associazioni di tassisti, i dagli avvocati Marco Giustiniani, Nico Moravia, Giovanni Gigliotti e Alessandro Fabbi dello Studio Legale Pavia e Ansaldo.
La sentenza “accerta la concorrenza sleale posta in essere ai sensi dell’art. 2598 n. 3 c.c. dalle società del Gruppo UBER nei confronti dei taxi” e “inibisce in via cautelare ed urgente alle medesime l’utilizzazione sul territorio nazionale dell’app denominata UBER POP e comunque la prestazione di un servizio – comunque denominato e con qualsiasi mezzo promosso e diffuso – che organizzi, diffonda e promuova da parte di soggetti privi di autorizzazione amministrativa e/o di licenza un trasporto terzi dietro corrispettivo su richiesta del trasportato, in modo non continuativo o periodico, su itinerari e secondo orari stabiliti di volta in volta”.
Se l’app non sarà bloccata da decorrere dal quindicesimo giorno, partirà la penale di 20.000 euro al giorno.
“Finalmente abbiamo fatto un primo importante passo per la giustizia e per la difesa del nostro lavoro… e continueremo a difendere il nostro lavoro” commentano i portavoce della categoria.
La multinazionale Uber, intanto, ha però fatto sapere che intende fare ricorso.