Nelle scuole c’è carenza di insegnanti di Matematica

Pubblicato il nuovo bilancio sul prossimo anno scolastico: tante nuove assunzioni ma carenza di personale specializzato nelle materie scientifiche

17 Agosto 2017
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Il comunicato stampa relativo al bilancio del prossimo anno accademico delle scuole italiane evidenza un buon livello di assunzioni nel personale scolastico anche se purtroppo c’è una carenza di personale per le materie scientifiche, matermatica in particolare.

52.000 nuove assunzioni è una notizia sicuramente positiva. Ma i dati che arrivano lasciano presagire che anche quest’anno resteranno scoperte molte cattedre di materie fondamentali, come la matematica, costringendo al ricorso considerevole di supplenti“. Lo dice  Valentina Aprea, assessore regionale all’Istruzione, Formazione Professionale e Lavoro a poche settimane dall’inizio dell’anno scolastico.

Criticità – “Nonostante l’impegno delle strutture dell’Ufficio Scolastico Regionale, anche l’inizio del prossimo anno scolastico sembra caratterizzato da una serie di criticità dovute ancora allo tsunami della Buona Scuola rispetto alla composizione degli organici”, spiega ancora l’assessore.

Mancano i dirigenti scolasticiL’altra criticità rilevante più volte segnalata al Ministero dell’istruzione, è l’assenza di dirigenti scolastici che ha portato a un raddoppio delle reggenze con tutto quanto ne consegue in termini gestionali. Le 2.000 assunzioni annunciate sono sicuramente un punto di partenza ma il problema per quest’anno si pone sicuramente“.

Non solo un problema di postiNon si tratta solo di un problema di organico – dice ancora Aprea – quello che più ci preoccupa è come il ruolo dei dirigenti scolastici sia stato progressivamente svilito fino all’assolvimento di funzioni per lo più burocratiche. Uno dei punti della riforma che avevo visto con più favore era proprio quello della nuova funzione assegnata al dirigente scolastico. Invece, anche la “chiamata diretta”, che avrebbe consentito ai dirigenti scolastici di scegliere i docenti in base agli obiettivi formativi della scuola, fortemente depotenziata ad ogni trattativa sindacale, si è ridotta a mero adempimento amministrativo a cui corrispondono solo responsabilità. La mia idea del loro ruolo è molto diversa: meno adempimenti amministrativi e maggiore responsabilità, accompagnata da un solido sistema di misurazione dei risultati, cui dovrebbe corrispondere anche una diversa assegnazione delle risorse“.

No a situazioni patologiche – Come assicurato dalla Ministra Valeria Fedeli, “Auspico che la composizione degli organici di ciascuna istituzione scolastica possa avvenire nei tempi giusti, per garantire che all’avvio dell’anno scolastico tutte le cattedre siano coperte e non si arrivi alle patologiche situazioni dello scorso anno, con gli studenti che hanno visto susseguirsi diversi insegnanti fino ad arrivare ai primi di dicembre“.

Partire subito con percorsi personalizzati – “L’inizio del nuovo anno scolastico e formativo è anche l’occasione per riflettere sul calo delle iscrizioni nell’Istruzione Professionale a fronte del persistente successo della nostra Istruzione e Formazione Professionale (IeFP) regionale. Con lo stesso Ministero dell’istruzione, siamo riusciti a condividere un percorso di revisione dei percorsi quinquennali di istruzione professionale rispettoso delle competenze costituzionali delle Regioni, maggiormente orientato ai bisogni formativi degli studenti con la possibilità di passerelle con i percorsi professionalizzanti delle Regioni. È necessario lavorare subito ai provvedimenti attuativi di quel decreto legislativo per partire con le classi prime dei nuovi percorsi nell’anno 2018/2019, come previsto dalla norma“.

Studente al centroLa nostra idea è di una scuola che ponga al centro lo studente; di una scuola in grado di realizzare percorsi flessibili e modulari per accompagnare i giovani verso il raggiungimento degli obiettivi formativi necessari per l’inserimento nel mercato del lavoro. Per questa ragione, riteniamo positiva la possibilità dischiusa dalla sperimentazione dei licei brevi di ridurre la durata della scuola secondaria superiore con l’uscita al quarto anno e chiederemo che sia ampliata ad altre classi per soddisfare la richiesta degli istituti che sono già pronti a fornire ai propri studenti questa possibilità” conclude così Valentina Aprea.

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