
Tra luglio e agosto 2018 è stata avanzata la proposta di abolizione del cambio dell’ora: quasi cinque milioni di cittadini dell’Unione Europea hanno risposto a una consultazione, promossa a tale scopo dai Paesi nordeuropei, capeggiati da Polonia e Finlandia. A esprimersi favorevolmente è stato il 76% dei votanti. Nella discussione che è seguita alla Commissione Europea non si è raggiunta una decisione univoca che accontentasse tutti i Paesi membri. Ad oggi è molto probabile che si vada verso una decisione a blocchi: i Paesi meridionali dell’Unione potrebbero tenere l’ora legale per tutto l’anno, quelli settentrionali manterrebbero invece per 12 mesi l’ora solare.
L’Italia non ha ancora preso una decisione sul fatto di mantenere l’ora solare oppure di abolirla definitivamente, al contrario della Francia, che ha deliberato, dopo una consultazione popolare indetta dall’Assemblea Nazionale, di bandirla per sempre.
Nel frattempo, noi dovremo spostare le lancette e vedere inesorabilmente le giornate accorciarsi sempre più. L’ora solare 2019 entrerà infatti in vigore nella notte fra sabato 26 e domenica 27 ottobre, quando dovremo portare le lancette un’ora indietro, dalle 3 alle 2. Guadagneremo un’ora di sonno, perderemo un’ora di luce al pomeriggio che guadagneremo invece la mattina.