Un “giro di vite” senza precedenti contro i writers che da anni imbrattano Varese. E’ l’operazione che ha visto in campo le forze della Polizia Locale di Varese, in coordinamento con la Procura di Varese, che ha permesso di identificare e denunciare 33 writers, di cui 5 minorenni.
Si è chiusa l’indagine sui writers varesini iniziata ad ottobre 2014, compiuta dalla Polizia locale e coordinata dalla Procura della Repubblica di Varese. Gli esiti sono stati illustrati questa mattina in conferenza stampa dal sostituto procuratore Annalisa Palomba, con l’assessore Carlo Piatti, il comandante Emiliano Bezzon e il commissario capo Matteo Ferrario
L’indagine nasce da una particolare attenzione dell’amministrazione comunale nei confronti del decoro pubblico.
I numeri parlano da soli: 33 soggetti indagati (età massima 25 anni) di cui 5 minorenni, 150 tags individuate, oltre 5000 graffiti catalogati, 10 crews individuate.
Le indagini sono state effettuate con sistemi comunali di videosorveglianza e attraverso i principali social: face book, behance, tumblr, youtube, 1stdepot, instaport
I 33 soggetti sono stati indagati per danneggiamento (art. 635 cp che prevede reclusione da 6 mesi a 3 anni), imbrattamento (che prevede la preclusione da 1 a 6 mesi aumentata da 3 mesi a 1 anno se si tratta di beni di interesse storico o artistico). Il tutto con le maggiorazioni di pena previste dall’articolo 110 cp per il concorso di più persone nel reato.
Durante l’attività di indagine sono state eseguite anche 5 perquisizioni locali e sono già stai effettuati i primi interrogatori
“Si tratta di una delle più grandi indagini sul mondo del graffitismo in tutt’Italia – spiega l’assessore Carlo Piatti -. Come polizia locale abbiamo lavorato intensamente per poter limitare il fenomeno dei graffitari, anche alla luce del recente regolamento sul decoro che prevede che i proprietari dei muri imbrattati li ripuliscano. Chiedendo tale sforzo ai cittadini, come amministrazione non potevamo che intensificare i controlli cercando di individuare gli autori delle più presenti tag sul territorio. Mi preme ringraziare di cuore i due agenti che anche al di fuori dei loro turni lavorativi hanno portato avanti e concluso brillantemente questa indagine. E’stata importante anche la collaborazione del nucleo anti-writers della polizia locale di Milano”.
Il comandante Bezzon ha sottolineato come “la punizione esemplare sarebbe prevedere che i responsabili cancellino i propri graffiti. Per loro, infatti, rappresenterebbe una sconfitta”.
E l’assessore Piatti, spiegando i motivi della lotta tra crew, ovvero il fatto che “segnino” il territorio, spesso coprendo i tags dei rivali, ha usato volutamente un’espressione provocatoria: “So che sono parole forti, ma è così: come i cani fanno la pipì per segnare il territorio, loro usano le scritte”.
Le sanzioni cui andranno incontro danno dai 1.000 ai 3.000 euro. I recidivi rischiano fino a 10.000 euro. E privati danneggiati potrebbero costituirsi parte civile. Chiedendo quindi un risarcimento.