
Il Coordinamento Varese Pride ha annunciato che chiederà, per la manifestazione dell’orgoglio gay prevista il 18 giugno, il patrocinio a Comune e Provincia.
La richiesta non è ancora arrivata sul tavolo degli amministratori di Palazzo Estense. Ma i primi segnali sono decisamente poco incoraggianti per gli organizzatori del Pride.
Il sindaco Attilio Fontana si limita a dire come “ogni richiesta che arriva viene analizzata sulla base delle caratteristiche per le quali il Comune concede il patrocinio. Ovvero se si tratta essenzialmente di un’iniziativa di interesse pubblico e di coinvolgere la gente”.
Detto questo ribadisce quello che aveva già dichiarato in altre occasioni: “Fermo restando che i diritti della persona vanno sempre tutelati, sono favorevole al riconoscimento delle coppie di fatto. Ma sono sempre stato dell’idea che la sessualità non vada sbandierata in pubblico e faccia parte della vita intima di una persona”.
Mentre il vicesindaco Mauro Morello attacca la manifestazione. “Si spaccia per progresso sociale quella che è una deriva sociale – dice Morello – che poi può arrivaere fino alla degenerazione. In ogni famiglia prima vengono i figli. Prima delle regole viene la famiglia, prima della famiglia, nella famiglia, vengono i figli. Non è difficile. Dopo vengono tutti i capricci”.
Una risposta negativa arriva anche da altri due assessori, ovvero Riccardo Santinon (Forza Italia) e Carlo Piatti (Lega Nord). Piatti si limita a dire che “ne discuteremo e vedremo, anche se adesso propendo più per il no”.
Mentre Santinon sottolinea come “io sono favorevole al riconoscimento dei diritti degli omosessuali, ma una manifestazione come il Gay Pride non mi sembra abbia i requisiti per ottenere il patrocinio del Comune”.
Patrocinio che però venne dato ad un convegno che parlava della cosiddetta “teoria gender”. Santinon replica dicendo che “se venisse proposta una conferenza divulgativa, dove entrambe le parti possano parlare e confrontarsi, il patrocinio non sarebbe assolutamente negato. Alle conferenze divulgative, tra l’altro, il Comune è tenuto a concederlo quasi sempre”.