Foibe, se il Pd “non ricorda”, la Lega non perdona: «Alfieri espella Rosati dal partito»

Da Varese la critica più dura al consigliere regionale democratico che si è rifiutato di partecipare alla cerimonia ufficiale per il Giorno del Ricordo. «Nel centrodestra, lo avremmo cacciato subito»

12 Febbraio 2015
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Cerimonia 6

La Lega Nord attacca il Pd sul caso Rosati. E chiede al segretario lombardo del Partito democratico Alessandro Alfieri di espellere il consigliere regionale, che si è rifiutato di partecipare alla cerimonia per commemorare le Foibe. La presa di posizione più dura, contro l’esponente del Pd Onorio Rosati, arriva da Varese.

Dove il segretario leghista Marco Pinti, commentando la manifestazione dell’estrema destra di martedì sera, sottolinea che: «Fa decisamente più impressione Onorio Rosati, in giacca e cravatta e con il suo aplomb da persona “per bene”, rispetto ad una manifestazione che al massimo possiamo definire pittoresca».

In poche parole, visto che da sinistra, nei giorni precedenti il 10 febbraio, si era gridato allo “scandalo” per il corteo di CasaPound, Forza Nuova e Dora, Pinti risponde puntando il dito contro chi «si è rifiutato di prendere parte ad un momento istituzionale per commemorare delle vittime. Mi fa più impressione lui, rispetto a dei ragazzi che, per quanto pittoreschi, appunto, hanno fatto qualcosa che nei contenuti, ovvero ricordare le vittime delle Foibe, è decisamente condivisibile».

Se su Rosati polemizza, invitando Alfieri «ad espellerlo dal partito, perché per una cosa del genere, nel centrodestra, non ci avremmo pensato due volte», il segretario leghista “salva” invece gli esponenti del centrosinistra varesino, che non hanno partecipato alla cerimonia ufficiale del Comune di Varese di ieri mattina, al Giardino degli Istriani, Dalmati e Giuliani.
«A differenza loro, che colgono ogni occasione per darci addosso, io dico di essere sicuro che la loro non partecipazione non abbia come significato il fatto che siano “supporter” delle Foibe. Lo dimostrino prendendo le distanze da Rosati».

Dal Pd, arriva la risposta sulla mancata partecipazione. Il capogruppo Fabrizio Mirabelli taglia corto, dicendo che «non ho niente da rispondere alle polemiche di Piero Galparoli», riferendosi al forzista che ieri si è lamentato dell’assenza del centrosinistra. Mirabelli riconosce che le Foibe «sono state una triste tragedia, che è giusto commemorare. Ma la storia va letta nella sua interezza, se vogliamo arrivare ad una memoria condivisa. Ricordandoci anche del campo di concentramento in Slovenia, dove molti civili sloveni furono rinchiusi dai nazifascisti. Così come dello stesso campo, la Risiera di San Sabba, che si trovava su territorio italiano. Tutti i morti hanno pari dignitià. Ma dobbiamo allora ricordarli proprio tutti».

Il consigliere comunale del Pd Andrea Civati aggiunge come «la mia partecipazione dal punto di vista morale e politico c’è tutta per il Giorno del Ricordo. Ritengo che riguardo la nostra assenza non ci sia stata nessuna finalità politica, ma solo un caso. Dovuto, purtroppo, anche alla scarsa comunicazione e pubblicità che il Comnune stesso ha fatto dell’evento. Innanzitutto il cambio di orario all’ultimo, anticipandola dalle 11.30 alle 10. E se Palazzo Estense manda inviti spesso per molte iniziative, in questo caso non è stato inviato. Ritengo inoltre che sia inopportuno il fatto che di volta in volta si tiri per la giacchetta una ricorrenza piuttosto che un’altra, per fare propaganda politica».

«Nella ricerca spasmodica di apparire il forzista Galparoli utilizza anche il “giorno del ricordo” per attaccare la sinistra – scrive Rocco Cordì di Sel – colpevole, a suo dire, di aver disertato la commemorazione svoltasi ieri a Masnago. Ora, nessun invito a partecipare è stato rivolto ai gruppi consiliari e Galparoli, visto che fa parte del Consiglio Comunale, avrebbe dovuto saperlo. Evidentemente ogni occasione è buona per farsi notare. Purtroppo per alcuni anche i morti e le sofferenze della seconda guerra mondiale sono solo un pretesto per non fare i conti con la storia o, peggio ancora, da piegare a meschini calcoli politici odierni. Strumentalizzare e facile un po’ più difficile è interrogarsi sulle cause che hanno prodotto anche pagine atroci come quelle delle foibe. Non a caso Galparoli e i nostalgici nascosti dietro il tricolore si guardano bene dal ricordare che le prime foibe furono opera dei fascisti contro gli insorti slavi e che l’occupazione nazi-fascista di quelle terre e la causa prima di tutte le atrocità successive».

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