Droni per monitorare le acque del Lago di Varese. Così da tenere sotto controllo il livello di inquinamento. Ma non solo. Si tratta infatti solo del primo passo, perché la tecnologia potrà essere utilizzata anche per tenere sotto controllo incendi e frane, e per le rilevazioni mobili di polveri sottili PM10 e PM2,5, rilievi termografici utili a impostare un ipotetico Pgt.
Un metodo, quest’ultimo, utilizzato a Parigi, per alcune aree, rilevando gli edifici più inquinanti.
Il mezzo si chiama UAV (Unmanned Air Vehicle). Il progetto consiste nell’utilizzo di droni sui quali sarà possibile agganciare vari tipi di rilevatori (telecamere, rilevatori termici ad altissima sensibilità, rilevatori di polveri sottili…) da associare nel parco mezzi anche a modelli più classici di droni a elica, mezzi di superficie acquea, e un progetto di mezzo anfibio.
Il mezzo potrà agire in 2 modi:
– a guida remota ( lo chiamiamo UAV, il mezzo viene guidato in diretta da un operatore, da una stazione di guida su PC)
– a guida preimpostata ( lo chiamiamo robot, impostiamo un percorso, lo mettiamo in volo, e il mezzo fa tutto da solo sulle coordinate GPS che gli abbiamo indicato, atterraggio compreso)
Le prime prove sono state effettuate vicino al lago di Monate, ma a terra, in rispetto delle norme Enac sull’utilizzo di Uav.
Essendo tutti mezzi modulari, ossia ci si può montare di volta in volta rilevatori differenti, ed è possibile ampliare l’utilizzo della stazione per i controlli ambientali più disparati.
L’idea è nata in questi mesi da attivisti del Movimento 5 Stelle di Varese che, assistendo al LinuxDay2014 organizzato a Tradate da FaberLAB, hanno stimolato alcuni partecipanti a studiare soluzioni per il lago in primis, e per l’ambiente cittadino in generale.