
Non sempre un nome vale l’altro. Ciò accade, per esempio, con i nomi delle istituzioni scolastiche, che custodiscono ideali, valori, memorie. I nomi
dei personaggi a cui sono intitolate le scuole, come quelli delle strade e delle piazze delle città, raccontano storie, svelano vicende e identità di
luoghi e comunità. Cancellare i nomi, allora, significa cancellare quelle storie e quelle identità.
Secondo quanto riportato dai giornali, l’ISIS “Daverio-Casula” di Varese starebbe per cambiare nome. La decisione sembrerebbe essere nata
dall’esigenza di rafforzare il senso di appartenenza ad un’unica scuola in studenti e docenti di indirizzi diversi e solo di recente confluiti nella
stessa istituzione scolastica.
Perché mai, ci chiediamo, per rafforzare il senso di appartenenza, la scuola dovrebbe cambiare nome?
Perché una rinnovata e più forte identità non dovrebbe più custodire pezzi di storia in cui si riconoscono tanti cittadini di Varese?
Cancellare i nomi di Francesco Daverio e Nuccia Casula, infatti, vuol dire strappare due pagine di storia, che raccontano del contributo dato alla
lotta per la libertà e la democrazia da due varesini, nei due diversi momenti storici del Risorgimento e della Resistenza.
Cambiare i nomi, talvolta, è come abbattere monumenti che ricordano passaggi fondamentali nella storia di una comunità, storia che proprio la
scuola ha il compito di tramandare alle nuove generazioni.
Segreteria FLC CGIL di Varese