C’eravamo tanto amati. In Comune a Varese

Dopo moltissimi matrimoni, in Comune a Varese va in scena il primo divorzio low cost. Tantissimi i cittadini interessati, ma i paletti non mancano

21 Gennaio 2015
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VARESE – Dopo tanti matrimoni a Palazzo Estense, va in scena il primo addio ufficiale.

La prima volta non si scorda mai. E’ stata una giornata complessa, sicuramente diversa dal solito, per l’ufficio anagrafe del Comune di Varese, dove la dottoressa Nicoletta Zucchi, capo attività dei servizi demografici a Palazzo Estense, ha celebrato il suo primo divorzio.

Nel dicembre scorso è diventata legge la possibilità di separarsi o, come in questo caso, divorziare (nel caso di una separazione già avvenuta anche legalmente) in municipio.

Le due “cavie” sono una donna di 45 anni e il suo (ormai) ex consorte, un uomo di 50 anni, i quali, dopo i canonici tre anni dalla separazione, hanno posto fine al loro matrimonio. Una pratica a basso costo (appena 16 euro, meno del matrimonio, ndr) che impegna non poco gli uffici comunali: «Così come previsto dalla normativa, i due cittadini dovranno ripresentarsi tra non meno di un mese in municipio, per ratificare in via definitiva la loro decisione», aggiunge la Zucchi. Un mese per “ripensarci”, eventualmente.

Condizione necessaria per ottenere il divorzio-lampo è l’assenza di figli minorenni o portatori di handicap grave o che non siano economicamente autosufficienti; inoltre, il patto consensuale non può essere valido se contiene aspetti legati a trasferimenti patrimoniali. Le nuove procedure per l’iter di divorzio rapido sono contenute nella legge 162 del 2014 e sono state ratificate dalla giunta Fontana agli inizi di dicembre.

Ed è boom di richieste di informazioni presso gli uffici comunali: tantissimi i cittadini interessati a conoscere il servizio, che consente di procedere alla separazione o al divorzio senza bisogno di ricorrere a costosi avvocati nè di recarsi in tribunale. Pochi, invece, coloro i quali sono passati dalla curiosità all’atto concreto (che, ovviamente, deve essere consensuale). Anche perché il numero di persone che può accedere al servizio è inevitabilmente limitato rispetto al notevole numero di richieste: molti sono infatti gli ostacoli e i paletti posti dalla nuova normativa che rendono impossibile ricorrere a questo iter semplificato. Ad esempio non devono sussistere vincoli di carattere dispositivo sul piano patrimoniale, come l’uso della casa coniugale e passaggi di proprietà dell’abitazione.

Maggiori informazioni sul sito del Comune di Varese – Ufficio Stato Civile

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