Nessuna riapertura per la cava della Rasa. Il Tribunale Amministrativo ha infatti respinto il ricorso della società La Rasa srl che aveva tentato di ottenere il via libera a riprendere l’attività estrattiva di un sito che, grazie alla cessazione dell’attività antropica, ha negli ultimi anni ripreso la sua naturalità raggiungendo una riqualificazione sia ambientale che paesaggistica, come indicato anche nella Valutazioni Ambientali Strategiche che avevano stralciato il sito dal Piano cave di Regione Lombardia. Contrari infatti alla ripresa delle attività della cava c’erano Regione, Provincia, Il Parco del Campo dei Fiori, il Comune di Varese e di Brinzio e la Comunità Montana Valli del Verbano.
Il Tribunale quindi ha dato ragione alle parti in causa che si erano opposte all’idea della riapertura della cava, dimostrando tra le altre motivazioni la fondatezza del rischio palesato dai diversi enti che, se le attività estrattive riprendessero ci vorrebbero altri 30 anni prima che il sito torni allo stato attuale consentendo agli elementi naturali di compiere nuovamente l’opera di spontanea rinaturalizzazione. Dunque il TAR ha dichiarato improcedibili i ricorsi presentati dalla società che voleva riaprire la cava e l’ha inoltre condannata al risarcimento di 6000 euro da liquidare a ciascuno degli enti coinvolti nel ricorso.
“La decisione degli enti tra cui il Parco del Campo dei Fiori e dei Comuni di Varese e Brinzio di intervenire ad opponendum nel giudizio promosso senza essere parti necessarie è stato importante per rappresentare al giudice amministrativo l’importanza che la tutela del paesaggio e dell’ambiente riveste per il territorio e per le iniziative di valorizzazione che gli enti stanno portando avanti in chiave turistico ed ambientale – spiega il sindaco Galimberti -. Il Comune di Varese, infatti, ad esempio con il Festival del paesaggio Nature Urbane ha messo al centro proprio la natura e l’ambiente nonché una serie di esperienze dirette all’interno del Parco. Resistere al giudizio della cava è un modo per proteggere il territorio da ferite irreparabili ecco perché la Giunta, sebbene non obbligata, si è attivata per portare avanti le sue ragioni davanti al TAR”.
“Le perplessità sempre sollevate dalla Provincia di Varese circa la prosecuzione degli interventi di scavo hanno trovato conferma nella sentenza dell’autorità giudiziaria amministrativa. Continua l’impegno della Provincia a tutela dell’ambiente e del nostro territorio”, ha detto il presidente Gunnar Vincenzi.