Busto Arsizio, il Comune vuole vietare il parcheggio delle biciclette fuori dagli spazi riservati

La bozza del nuovo regolamento di Polizia Urbana prevede tra i divieti su suolo pubblico anche quello di sistemare i mezzi a due ruote fuori dalle rastrelliere. Il Pd insorge

04 Agosto 2014
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Foto repertorio

Il Comune vieterà di parcheggiare le biciclette fuori dagli spazi consentiti. Ed è subito polemica.

Già, perché l’utilizzo del mezzo a due ruote, in una città come Busto Arsizio, rappresenta un buon modo per evitare di spostare l’auto e affannarsi a cercare parcheggio. Tuttavia, si sa, la bicicletta, per “difenderla” dal rischio di possibili furti, deve pur essere incatenata a qualche palo, in assenza di rastrelliere.

Quindi, questo regolamento potrebbe di fatto disincentivare l’utilizzo del mezzo ecologico. Almeno questa è la posizione del Pd, che interviene sulla vicenda con il segretario cittadino dei Giovani democratici Massimo Brugnone, che critica la scelta ed invita i cittadini a protestare in vista del consiglio comunale, nel quale appunto sarà trattata la bozza di regolamento di Polizia Urbana che contiene il divieto.

Appendete pure la bicicletta al chiodo, ma di certo non al palo – è l’attacco ironico di Brugnone – sembra andare contro l’incentivo all’utilizzo del mezzo più ecologico del mondo il Regolamento di Polizia Urbana proposto dall’amministrazione comunale che al suo interno recita appunto il divieto”.

Il passaggio in questione si trova tra i punti che rappresentano gli atti vietati su suolo pubblico e che rappresentano, quindi, una violazione amministrativa. Nello specifico il punto in questione pone il divieto di “utilizzare gli spazi pubblici o aperti al pubblico transito per depositarvi o farvi sostare cicli, motocicli o qualsiasi altro veicolo al di fuori degli spazi opportunamente a ciò destinati”.

“E dove non esistono “degli spazi opportunamente a ciò destinati”, praticamente inesistenti nella maggior parte della città, come si fa? Le cose son due: o l’amministrazione provvede al più presto a tappezzare la città di portabiciclette, oppure è un chiaro incentivo all’utilizzo dell’auto. Non voglio pensare che sia un incentivo alla trasgressione della norma. Norma che prevede una multa dai 25 ai 250 euro. Sanzione palesemente ridicola dato che le biciclette non hanno numero identificativo o targhe come le macchine. I vigili cosa dovrebbero fare? Una multa alla bici nera appoggiata al palo in via tizio appartenente al non identificato signor caio? Vogliamo davvero mortificarli in questo modo? O forse dovrebbero piantonare ogni bicicletta in attesa che ne arrivi il proprietario così da poterlo multare “in fragranza di reato”?” è l’attacco di Brugnone.

E quindi: “Condivido il principio e lo spirito del miglioramento del decoro della città, siamo realisti però: prima di multare i cittadini una buona amministrazione ha il dovere di dotare gli stessi degli strumenti necessari a rispettare le regole. Più e più efficienti mezzi pubblici, più rastrelliere portabiciclette, più piste ciclabili, e solo dopo sanzioni per chi non usufruisce dell’ottimo servizio che spero veder sorgere nella mia città”.

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