A Roma la nuova Lega di Salvini: “Inauguriamo un percorso. Voglio parlare a tutti, delusi di Renzi ed ex grillini”. Ma la parola indipendenza non scompare. FOTO

Un successo la manifestazione del Carroccio nella Capitale. Solo dalla provincia di Varese cinquecento persone sono scese per ascoltare il loro leader. Attacchi al premier, ”servo di Bruxelles”, e alla Fornero. Davanti all’obelisco lo striscione dei Giovani Padani che inneggia all’indipendenza della Lombardia

28 Febbraio 2015
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Comizio Roma

Centinaia i varesini che hanno scelto di manifestare sabato pomeriggio a Roma.

Dalla provincia di Varese sono infatti calati sulla Capitale circa cinquecento leghisti, che hanno “occupato” quattro vagoni dei treni speciali più due pullman. E dal momento che i posti non bastavano comunque circa un centinaio ha scelto di viaggiare in auto.

In piazza del Popolo, tra i centomila partecipanti, erano presenti i vertici locali del partito, dal segretario provinciale Matteo Bianchi a quello del capolugo Marco Pinti. Quest’ultimo anche come inviato di Radio Padania.

“Il problema non è Renzi, lui è una pedina, è il servo sciocco a disposizione di Bruxelles”. Il leader della Lega Matteo Salvini lancia la sua sfida al premier e ai partiti di governo da piazza del Popolo. Nella Capitale, il segretario federale del Carroccio “inaugura” una nuova Lega Nord, un partito che accanto all’autonomismo dei territori si propone come alternativa di governo nazionale.

L’indipendentismo leghista non è infatti venuto meno.

La base militante sogna ancora l’indipendenza. E a testimoniarlo uno striscione “formato gigante”, dei Giovani Padani della provincia di Varese, che riportava a lettere cubitali quella parola “magica”: Indipendenza. I giovani lumbard lo hanno issato davanti all’obelisco di piazza del Popolo e lo stesso leader del Carroccio Matteo Salvini lo ha notato, citandolo nel suo discorso, come hanno sottolineato entusiasti gli stessi ragazzi.

Nonostante la svolta nazionale e la necessità, individuata e portata avanti dal leader leghista, di creare un “fronte” nazionale, che raggruppi tutte le forze di centrodestra e anche quelle non propriamente di questa parte politica, ma comunque antieuropeiste e anti Renzi, nel dna della Lega la visione autonomista ed indipendentista non viene meno. E in questo sta la capacità di Salvini di coniugare i due aspetti, quello locale e quello nazionale, della nuova Lega che sta portando avanti.

“È la sfida a Renzi in casa sua. Renzi ha scelto i grandi, Confindustria, Autostrade, Marchionne, le società di gioco d’azzardo e Equitalia. Oggi lanciamo la sfida dell’Italia dei piccoli, dei medi, degli artigiani, degli imprenditori e dei produttori. Da Roma parte la sfida per conquistare il Paese. Oggi lanciamo un percorso, ma non solo per il centrodestra: ambisco a parlare a tutti, anche ai delusi di Renzi e agli ex grillini”. Poi, dopo aver auspicato le dimissioni del governo, ha aggiunto: “Cancelleremo la legge Fornero e vaffa… alla Fornero e a chi l’ha portata al governo“.

Quanto agli attriti con Flavio Tosi in Veneto, interpellato poco prima dell’intervento Salvini aveva risposto “una cosa alla volta…”. Sull’argomento è intervenuto lo stesso Tosi, presente anche lui a Roma, anche se non sul palco della manifestazione. “La rottura dipende da chi la vuole, noi non la vogliamo. Abbiamo posto dei paletti in base allo statuto della Lega” ha detto il sindaco di Verona. Tosi è rimasto fra i militanti, lontano dal palco.

Il segretario della Lega, il giorno dopo l’assassinio del leader dell’opposizione in Russia, ha parlato anche dei rapporti tra l’Europa e Mosca: “La Russia deve essere un alleato contro il terrorismo. Se il nemico è quello che taglia le gole, allora ci si allea con Putin. Si è svegliato anche quel frescone di Renzi che è andato in Russia. Le sanzioni sono una cosa demenziale. La Russia è una potenza con cui dialogare e non con cui litigare”.

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