
Fu assassinato per mano di Andrew Cunanan, un tossicodipendente dedito alla prostituzione omosessuale, davanti alla sua casa di Miami Beach: quell’anno lo stilista di Reggio Calabria avrebbe compiuto 51 anni. Oggi, esattamente a 20 anni dalla sua scomparsa, l’Italia intera lo ricorda consacrandolo come uno dei più grandi geni della storia della moda italiana.
Nacque a Reggio Calabria il 2 dicembre 1946 ma inseguì il suo sogno legato alla moda trasferendosi a Milano: era il 1972, il Made in Italy era ancora qualcosa di astratto ma lui sapeva esattamente cosa voleva e iniziò a firmare importanti collaborazioni con grandi aziende (Florentine Flowers, Callaghan, Genny, Alma) grazie alle quali arrivò presto al successo. E’ nel 1978 infatti che riuscì a debuttare con la prima collezione a Milano con una sfilata a Palazzo della Permanente. Gianni Versace con i suoi abiti aveva creato uno stile nuovo, dove si fondevano insieme l’eros della storia e il sex appeal della Magna Grecia. Il suo obiettivo, oltre che cambiare la storia della moda, era solo uno “Quando le persone guarderanno a Versace dovranno sentirsi atterrite, pietrificate, proprio come quando si guarda negli occhi la Medusa”.
Gianni Versace diventò ben presto un’icona dello stile italiano e trovò la sua fama in tutto il mondo, arrivando anche a vestire alcuni grandi: Madonna, Prince, Jennifer Lopez fino a Lady D.
“Con la morte di Versace l’Italia ed il mondo perdono lo stilista che ha liberato la moda dal conformismo, regalandole la fantasia e la creatività” scrisse il regista e amico Franco Zeffirelli quando ricevette la notizia della sua scomparsa. I funerali si svolsero pochi giorni dopo presso il Duomo di Milano e vi presero parte tantissimi tra cui Diana, Naomi Campbell, Elton John e Sting. Proprio questi ultimi intonarono insieme The Lord is my Sheperd durante la celebrazione.