
Arcigay Varese registra un preoccupante aumento di casi di omofobia in città, che si concretizzano in particolar modo in famiglia e nella vita di tutti i giorni.
L’ultimo caso segnalato riguarda un’aggressione verbale ai danni di una coppia di giovani che vuole mantenere l’anonimato: “Eravamo seduti su una panchina in centro, abbracciati. Alcuni ragazzi hanno iniziato a prenderci a parole, chiedendoci se non ci vergognavamo ad abbracciarci in pubblico, che facevamo schifo perché eravamo contro natura e altre cose. Il mio ragazzo gli ha risposto ma ce ne siamo andati via perché si stava scaldando la situazione e non volevo finisse male.”
L’associazione, nel condannare fermamente il gesto, segnala che nell’ultimo periodo sono numerose le segnalazioni di questo tipo che arrivano e che vengono gestite in sinergia con le istituzioni e le forze dell’ordine: uno scenario che spazia dall’ambito familiare, con insulti e spesso percosse, alla vita di tutti i giorni all’aperto, passeggiando in centro o seduti su una panchina, come in questo caso recente.
“È necessario togliere quel velo di imbarazzo che si palesa nell’affrontare l’argomento” – dichiara Giovanni Boschini, Presidente di Arcigay Varese – “Servono piani incisivi per il contrasto dell’intolleranza, nonché campagne di sensibilizzazione ad hoc a livello comunale e sovracomunale che possano estirpare questa cultura malata che vede l’omosessualità come una perversione o un difetto da ridicolizzare in pubblico. Il possibile ingresso del Comune di Varese nella rete RE.A.DY., la rete delle pubbliche amministrazioni Antidiscriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere, può sicuramente incentivare questo processo, ma è logico che questo non potrà che essere soltanto un punto di partenza che dovrebbe proseguire a livello comunale e provinciale con attività concrete che mirino a educare la cittadinanza sul tema”