
Il Pgt di Tradare è stato approvato. Una lunga “maratona” per i consiglieri, che hanno dovuto cimentarsi in una serie di sessione dell’assemblea a ritmo serrato, soprattutto nell’ultima settimana.
Il voto finale sabato 21 giugno. Il Pgt è stato approvato grazie ai partiti di maggioranza, mentre l’opposizione ha bocciato il documento. Tra i principali problemi emersi, il rischio di un ricorso da parte del curatore fallimentare della Fornace. Il consiglio comunale ha infatti respinto un’osservazione per inserire la grande distribuzione nella struttura.
Se ci sono stati, durante la discussione, punti di contatto tra le due parti, il giudizio finale espresso da Lega Nord e Movimento Prealpino, che hanno effettuato i principali interventi, è fortemente negativo.
Secondo Franco Accordino del Movimento Prealpino “è stato un lungo e tormentato procedimento, che ha avuto alcuni positivi, come la volontà e la tenacia, da parte dell’assessore Bernardoni e della commissione Territorio di raggiungere un Pgt il più possibile condiviso. Un impegno che, se fosse partito prima, avrebbe forse portato a risultati ancora più condivisi”.
Accordino cita le cinquanta proposte, da lui presentate, che la maggioranza ha approvato. Tuttavia “il mio voto è negativo per le grandi differenze tra la mia idea di città e quella espressa da questo documento”. Che sintetizza in questo modo: “A questo documento mancano un’anima e una visione, una prospettiva di quello che vogliamo che Tradate sia. È ben fatto dal punto di vista burocratico e tecnico, ma non cerca soluzioni nuove. Ad esempio incentivando il recupero energetico. Non tutela il territorio in maniera esaustiva. Mi illudevo che la presenza in maggioranza di chi si dice un ambientalista convinto avrebbe salvato alcuni territori dall’eccessiva cementificazione, invece non è successo. Così come non viene favorito il recupero dell’esistente e dei centri storici”.
Davide Fratus della Lega Nord definisce a sua volta il Pgt “un’occasione persa per il rilancio della città. Lo vedevamo come la possibilità di rilancio a livello infrastrutturale e dei servizi per i cittadini. Invece così non è stato. Questo piano non prevede incentivi di sviluppo dei centri storici e urbanizzati. Quindi, vuol dire fotografare l’esistente e non pensare al futuro sviluppo”.
In più la Lega polemizza con la previsione di un centro culturale islamico. “Avevamo già detto che a Tradate non se ne sentiva il bisogno, ora viene previsto dentro un edificio che era a destinazione artigianale. Dove di fatto viene improvvisato. L’effetto probabile è quello di creare problemi sociali e di sicurezza”.
La difesa del Pgt arriva invece dal consigliere di Partecipare Insieme per Tradate Maurizio Alberti, dall’esponente di Sel Piergiorgio Campanini e dal capogruppo del Pd Aureliano Gherbini. Forte e accorato l’intervento di quest’ultimo.
“Questo è il piano di governo del territorio della nostra città, che punta ad un equilibrato sviluppo del territorio tradatese. Un documento primariamente politico, di cui il Pd è orgoglioso.
Siamo intervenuti per tutelare aree che non lo erano nel recente passato, abbiamo dovuto invertire la rotta di un processo, quello che ha avuto come stella polare per dieci anni l’idea che la cementificazione fosse il bancomat dell’amministrazione.
Non voglio parlare di cementificazione selvaggia, ma sicuramente non equilibrata alle esigenze del territorio. Così non può andare avanti. E infatti il nostro è un Pgt coraggioso, perché abbiamo avuto il coraggio di fermare l’aumento del perimetro dello sviluppo urbanistico e del costruibile. Segnando dove inizia e finisce la città, dentro la quale si lavorerà e verranno migliorati i servizi. Mentre fuori ci saranno i boschi, il polmone verde della città, i territori agricoli.
Hanno detto a inizio seduta che questo Pgt non era abbastanza di sinistra. Cosa c’è più di sinistra che puntare sulla mobilità dolce, dimezzare le volumetrie edificabili, e zero consumo di suolo? Come ha detto un grande pensatore, la terra in cui abitiamo non è ereditata dai nostri padri, ma presa in prestito ai nostri figli”.