
Una manifestazione per ricordare i martiri delle Foibe. Per la prima volta a Varese le associazioni e i partiti di destra, da CasaPound a Forza Nuova, hanno organizzato la commemorazione del Giorno del Ricordo insieme. “Ci accusano di voler strumentalizzare le vittime delle Foibe – commenta Gabriele Bardelli di CasaPound – peccato che se non ci fossimo noi, nessun avrebbe organizzato un momento di ricordo o commemorazione, fatte salve le celebrazioni del Comune. E il problema è anche come, da alcune parti di sinistra, viene affrontata la questione: per riconoscere l’effettiva tragedia che è stata, vogliono farci riconoscere una presunta colpa delle vittime. Invece, dal momento che in quelle terre le popolazioni italiane erano maggioritarie, la politica jugoslava mirava a mandarle via per poter egemonizzare il territorio”.
Federico Russo di Forza Nuova ha sottolineato come “si è trattata di una vera e propria persecuzione contro italiani. L’Istria, la Dalmazia e tutte quelle terre sono sempre state caratterizzate, fin dall’antichità, dalla presenza di popolazioni italiane. Ricordiamo che nelle Foibe caddero numerosi partigiani, religiosi”. Persone insomma che non solo non erano fascisti, ma addirittura antifascisti. “Questo è un dramma di italiani, non ha colore politico. Gli italiani hanno perso il loro diritto di vivere in terre che erano loro, hanno perso la loro identità”.
Alessandro Limido, di Dora, sottolinea come il ricordo non debba limitarsi solo al 10 febbraio: “A noi non interessa tanto il Giorno del Ricordo, perché per noi il ricordo è sempre, 365 giorni all’anno”.
Presenti anche esponenti di Orizzonte Ideale, tra cui l’ex assessore Stefano Clerici e Leslie Mulas, che hanno aderito a livello personale. Anche se il movimento giovanile dell’associazione, Avanguardia Studentesca, vi ha aderito ufficialmente. Così come vi ha aderito la Fiamma Tricolore.
Il corteo si è snodato in silenzio dalla stazione fino a piazza Monte Grappa. Gli oltre 150 partecipanti hanno sfilato in ordine: le due file esterne tenevano in mano una fiaccola, le file centrali un tricolore. Ad aprire il corteo tre portatori di bandiere, che reggevano i vessilli di Istria, Fiume e Dalmazia. Dietro di loro, sempre davanti al corteo, due ragazze reggevano la corona di fiori che hanno poi deposto in piazza Monte Grappa, vicino alla fontana.
Qualche passo davanti alla prima fila un ragazzo che dava il ritmo della marcia con un tamburo. Questo era l’unico suono della manifestazione, che si è svolta in rigoroso silenzio. Giunti in piazza Monte Grappa, si sono schierati, sempre in file ordinate, nell’area pedonale, dopo la deposizione della corona. Quindi hanno srotolato lo striscione con la scritta: “Nel ricordo non li avete uccisi”. Poi il minuto di silenzio, annunciato dall’ordine: “Camerati, attenti”.
E la chiusura della manifestazione con un “Camerati, riposo”. Un metodo che a destra viene ancora utilizzati, durante le cerimonie per ricordare i caduti.
Una manifestazione che in molti hanno criticato, soprattutto da sinistra. Ma c’è chi, pur avendo una storia politica moderata, non vede niente di scandaloso nel corteo che si è svolto ieri sera nel centro varesino. Il consigliere comunale di Ncd Stefano Crespi è infatti passato da piazzale Trieste, mentre i militanti delle varie associazioni e partiti di destra, si stavano riunendo. E si è fermato a parlare. “Ho sentito il presidente della Repubblica – commenta Crespi – dire che è stata strappata una pagina di storia, riferendosi alla tragedia delle Foibe. Io devo dire che più che strappata, nei libri di storia dei miei tempi quella pagina non c’è mai stata”.