Il tema è la lotta contro ogni discriminazione di genere e ogni forma di violenza maschile sulle donne. L’8 marzo, giorno della Festa della donna, sarà quindi indetto uno sciopero generale della durata di 24 ore.
Saranno più di 70 i paesi in cui le donne incroceranno le braccia astenendosi da qualsiasi attività produttiva e riproduttiva, formale o informale, retribuita o gratuita. Lo sciopero coinvolgerà le lavoratrici a tempo indeterminato, le partite Iva, le precarie, le lavoratrici in nero, il lavoro di cura e domestico, le stagiste e le lavoratrici senza contratto, le disoccupate e le studentesse. In tutte le città d’Italia ci saranno azioni, picchetti, piazze tematiche, presidi durante la mattina e cortei pomeridiani, nonostante il diritto di sciopero – già duramente sotto attacco in questo paese – l’8 marzo dovrà sottostare alle limitazioni imposte dalle franchigie elettorali, che impediscono ad alcuni settori di fermare la produzione nei 5 giorni che seguono il voto del 4 marzo.
“Uno sciopero contro la violenza maschile sulle donne, contro la mancanza di finanziamenti e riconoscimento dei Centri Antiviolenza, contro la chiusura degli spazi delle donne, contro l’obiezione di coscienza nei servizi sanitari pubblici” annunciano gli organizzatori “Uno sciopero per denunciare il dato spaventoso delle molestie e dei ricatti sessuali sul lavoro: sono un milione 404 mila le donne che nel corso della loro vita lavorativa hanno subito molestie fisiche o ricatti sessuali sul posto di lavoro”.