All’età di 104 anni è venuto a mancare Ricciotti Bornia, vera memoria storica di Varese.
Nato in Canton Ticino, si trasferì nella Città Giardino e in particolare nel rione di Biumo Inferiore già durante la Prima Guerra Mondiale: in età di leva, nel secondo conflitto, fu fatto prigioniero dagli americani e portato alle isole Hawaii. Tornato a Varese, si dedicò con profitto non solo all’impiego presso l’Enal-Dopolavoro, ma anche alla vita sociale e culturale a tutto tondo: per decenni e decenni, il teatro di via Sacco (oggi Santuccio) fu gestito da questo eterno ragazzo con profitto, tanto da vedere sul palco persino Nilla Pizzi e Claudio Villa. Fu inoltre tra i fondatori del Gruppo folcloristico bosino e della società sportiva Biumense: una volta raggiunta l’età della pensione, si dedicò con profitto alla scrittura scrivendo “America dolce e amara!” sulla propria esperienza di prigioniero e poi due volumi intitolati “Frammenti e immagini di storia varesina” e “Quando a Varese c’erano i tram” per portare alla luce quella città che tanto rapidamente continuava a cambiare. Negli ultimi, sostenuto da un fisico eccellente e da una lucidità mentale invidiabile, risiedeva all’istituto Molina di viale Borri, dove non mancava di trascinare amici e familiari nei ricordi della Varese che fu.