Salone Estense: domenica la Natività di Filippo Lippi

Nel palazzo comunale l’esposizione dell’opera del XV secolo

18 Dicembre 2015
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natività

Il Salone Estense ospiterà domenica 20 dicembre, dalle 9 alle 19 ad ingresso libero, la “Natività” della bottega di Filippo Lippi, un’opera risalente al XV secolo. Di seguito una scheda dettagliata della stessa:

AUTORE : Bottega di FILIPPO LIPPI

NATIVITÀ – Bottega di FILIPPO LIPPI (Firenze 1406 – Spoleto 1469)

Epoca : Firenze – seconda metà del ‘400

Altissima scuola. Rarità

Misure : Altezza (con cornice) 62.0 cm- Larghezza (con cornice) 52.0 cm. Altezza (tavola) 39,5 cm. – Larghezza (tavola) 30,5 cm.

NATIVITA’ – Bottega di FILIPPO LIPPI (Firenze 1406 – Spoleto 1469) Importante e rara “tempera a uovo” su tavola di pioppo entro cornice antica a tabernacolo dorata e intagliata. La Bottega di Filippo Lippi (Firenze 1406 – Spoleto 1469), artista fondamentale del Rinascimento toscano, anello di congiunzione fra Masaccio e Botticelli, giungerà, con opere come questa, di chiara committenza privata, fino agli inizi del Cinquecento ed anche oltre. La “maniera” di questa importante bottega sarà un punto di riferimento significativo per i decenni successivi. L’opera in questione presenta i modi pittorici delicati tipici del periodo, i lineamenti della Madonna, di aspetto “nordico” coi capelli biondi ben curati, sono finissimi, il San Giuseppe, secondo tradizione, appare di aspetto assai maturo, quasi senile. I panneggi del manto della Vergine sono di particolare leggerezza, con chiaroscuri salienti che ne accentuano l’effetto tridimensionale. Il Bambino appare “diafano”, di colore chiarissimo, quasi “sospeso” nell’aria, per evidenziarne la presenza “spirituale”, a suggellarne la venerazione e la preghiera. La finestra che si apre dietro la scena, per una scelta geniale voluta da parte dell’anonimo pittore, non raffigura, secondo tradizione, un sereno e naturale paesaggio primaverile, bensì una scena “di tutti i giorni” che mostra gli ingenui tratti pittorici tipici di un “ex-voto”, con un angelo che appare a due personaggi in attesa sulla china di una montagna (a rappresentare le difficoltà della vita illuminata dalla “Luce della Fede”). Una scena molto “popolare”, facile da comprendere, che contrasta in modo ricercato coi tratti raffinati e “colti” della Natività vera e propria. Un “trait d’union” ideale che avvicina l’osservatore anche di scarsa cultura, stimolandone così la preghiera e l’emotività.
La bottega di Filippo Lippi vide la partecipazione di un giovane Botticelli dal 1464 al 1467.

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