Porto Ceresio, il Comune chiude il Parco giochi di via degli Alpini

L’amministrazione, dopo aver dovuto risarcire una querelante, che si era opposta all’apertura dell’area verde, con 87.000 euro, si vede costretta a mettere i sigilli al giardinetto per evitare altre cause

06 Febbraio 2015
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Portoceresio

La giunta di Porto Ceresio ha deliberato di chiudere il piccolo Parco Giochi di via degli Alpini. «Si chiude purtroppo con l’unica decisione che l’Amministrazione Comunale ha ritenuto di dover prendere, seppur a malincuore – spiegano dalla giunta – e cioè con la rimozione di tutti  i giochi per bambini e delle panchine e con la recinzione e chiusura definitiva dello spazio e conseguente interdizione dell’accesso a quella che fu l’unica area della zona destinata ad attrezzature di gioco per bambini». 

Il Comune, che aveva inaugurato pochi anni fa l’area verde attrezzata, ha infatti dovuto affrontare una causa che un’abitante aveva fatto contro l’ente pubblico per il rischio di schiamazzi notturni, dovuti alla presenza del parco.
«Una decisione che è dispiaciuto dover prendere, ma l’unica adatta a risolvere definitivamente una assurda  questione  che ha visto già il Comune soccombere e sborsare la considerevole cifra di 87.000 euro a fronte di una sentenza del Tribunale. La chiusura definitiva del piccolo parco rappresenta infatti l’unico modo per togliere materia al contendere e linfa ai perduranti ricorsi al tribunale e richieste di pagamento tuttora in atto da parte di chi si è sempre opposto al parco».

La storia

Tra i mesi di giugno e ottobre del 1998, il Comune di Porto Ceresio realizzava, unitamente alla Pro Loco, presso detta area di proprietà comunale sita in via degli Alpini, un parco giochi ad uso del comparto residenziale presente nella zona,  creando così l’unico spazio verde attrezzato a beneficio degli abitanti di tale parte del Comune di Porto Ceresio.

E’ subito intervenuto un ricorso al tribunale contro  la costruzione del parco e contro le “emissioni rumorose” da esso provenienti.  Il giudizio si concludeva con l’emanazione di una sentenza del  2003, poi confermata negli altri gradi di giudizio che  condannava l’Amministrazione Comunale a pagare per le immissioni rumorose.

Intanto l’Amministrazione Comunale procedeva all’approvazione del nuovo strumento urbanistico comunale che, rispetto al parco giochi esistente, prevede una destinazione a “Servizi esistenti” ed, in particolare, ad “attrezzature per aree verdi gioco e sport”. Da qui nuovi ulteriori ricorsi al tribunale e richieste di pagamento. Dopo il pagamento della cifra citata, ancora avvocati, ancora spese in un eterno contenzioso, sebbene dalle relazioni dei Carabinieri e della Polizia Locale risulti un utilizzo solo saltuario del piccolo parco e da parte di poche persone. Eppure il buon senso e l’osservazione della realtà bastano, né sarebbe bastato il semplice smantellamento delle strutture.  In base alle indagini fonometriche svolte, basta il semplice vociare di pochi bambini anche transitanti per superare quello che è considerato il limite della normale tollerabilità.

«Ecco allora che il rischio di incappare ancora in condanne ed obblighi a pagare, oltre all’onere di dover comunque perennemente difendersi ed affrontare spese legali, ha portato il Comune ad assumere la decisione più radicale, ma anche la più adatta a mettere il Comune al riparo da ulteriori ed eterni contenziosi. Certo questo significa che non sarà più possibile creare un piccolo spazio attrezzato per bambini in un’area residenziale in prossimità di abitazioni, ma davvero non era  possibile fare altrimenti».

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