Paola Cortellesi ai David di Donatello contro la violenza sulle donne

L’attrice ha portato in scena il testo di Stefano Bartezzaghi, una dimostrazione di come la lingua italiana nasconda al suo interno il germe del maschilismo

22 Marzo 2018
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Un intervento unico e indimenticabile quello fatto ieri, durante la serata dei David Di Donatello, da parte dell’attrice Paola Cortellesi. La donna è salita sul palco e in difesa di tutte le donne, ha portato in scena un testo che parla della lingua italiana, evidenziando alcuni aspetti nascosti sconosciuti a molti.

“Ho qui un piccolo elenco di parole preziose. È impressionante vedere come nella nostra lingua, alcuni termini che hanno il loro legittimo significato, alcuni termini, declinati al femminile, assumono immediatamente un altro senso. Diventano un luogo comune un po’ equivoco, che poi, a guardar bene è sempre lo stesso”.

E’ con queste parole che la Cortellesi inizia il suo discorso, un monologo sulla condizione della donna che ancora oggi in Italia è spesso vittima di violenze.

“Un cortigiano: un uomo che vive a corte; una cortigiana: una mignotta (…). Un uomo di strada: un uomo del popolo. Una donna di strada: una mignotta”. Sono solo parole, ma la discriminazione nei confronti delle donne parte proprio da qui. “Io che sono donna le sento da tutta una vita e non me sono mai accorta. Sono soltanto parole, certo, però se fossero la traduzione dei pensieri allora sarebbe grave, sarebbe proprio un incubo”.

“All’asilo, un bambino maschio potrebbe iniziare a maturare l’idea che le bambine siano meno importanti di lui. Da ragazzo crescere nell’equivoco che le ragazze siano in qualche modo siano di sua proprietà. E poi, da adulto, è solo un’ipotesi eh, potrebbe pensare sia giusto che le sue colleghe vengano pagate meno. E a quel punto non gli sembrerebbe grave neppure offenderle, deriderle, toccarle, palpeggiarle, come si fa con la frutta matura, o con le mucche da latte. Se fosse così potrebbe diventare anche pericoloso…. La donna adulta, o anche giovanissima, potrebbe essere aggredita, picchiata, sfregiata, dall’uomo che la ama. Uno che la ama talmente tanto da pensare che lei, e la sua vita, siano roba sua. Roba sua e, quindi, può farne quello che vuole…”.

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