“Industria, creatività, marchi e brevetti: il ruolo di Milano e della Lombardia nel Sistema Italia”

Venerdì 17 convegno nazionale su marchi e brevetti apre il Week end lombardo della Creatività

15 Novembre 2017
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Non solo la candidatura di EMA: c’è anche chi rilancia la sfida sul riconoscimento di Milano a sede della divisione centrale del Tribunale Unificato dei Brevetti europeo. Proprio alla vigilia della votazione finale sull’assegnazione dell’Agenzia europea del farmaco, a Palazzo Pirelli interverrà venerdì 17 novembre la Presidente dell’Ordine dei Consulenti in Proprietà Industriale Anna Maria Bardone per fare il punto sulla candidatura di Milano per il Tribunale Unificato dei Brevetti nell’ambito del convegno nazionale che apre la tre giorni lombarda dedicata alla creatività, un lungo week end ricco di iniziative distribuite nei giorni di venerdì 17, sabato 18 e domenica 19 promosse dalConsiglio regionale della Lombardia per celebrare la creatività lombarda.

Industria, creatività, marchi e brevetti: il ruolo di Milano e della Lombardia nel Sistema Italia. La valorizzazione e la protezione della creatività e della proprietà industriale”: è il titolo del convegno, organizzato in collaborazione con l’Ufficio Italiano Brevetti e Marchi del Ministero dello Sviluppo economico, l’Ordine dei Consulenti in Proprietà Industriale e l’Ordine dei Giornalisti.

Il convegno occuperà l’intera giornata di venerdì e sarà diviso in due parti: il mattino con inizio alle ore 9 nell’Auditorium Gaber sono previsti gli interventi istituzionali dei vari rappresentati degli enti giuridici e degli organismi di settore nazionali ed europei. Ad aprire i lavori saranno il Presidente del Consiglio regionale della Lombardia Raffaele Cattaneo che interverrà sul tema “Lombardia ed Europa, la sfida della competizione” e l’Assessore regionale all’Università, ricerca e open innovation Luca Del Gobbo sul tema “Innovazione e sostegno alla ricerca”. Nel pomeriggio al Belvedere Jannacci al 31° piano dalle ore 14 si svilupperanno tre distinte tavole rotonde dedicate alla creatività e all’innovazione attraverso la testimonianza dei titolari di grandi aziende e realtà produttive, commerciali, finanziarie, universitarie e di ricerca lombarde come Zambon, Trussardi, Banca Mediolanum, Brembo, L’Erbolario, Pirelli Tyre, Bracco Imaging, Tenacta Group, Industrie De Nora, SAES Getters, Fluidmesh Networks, Tanaza, Directa Plus, Fem2Ambiente, Bergamo Sviluppo, Innogest e Politecnico di Milano. Nel corso del dibattito e del confronto particolare attenzione sarà dedicata al settore digitale, delle start up e degli incubatori d’impresa.

I distretti produttivi lombardi, creatività di successo nel mondo. Elettronica a Monza, meccanica e trasporti a Varese, alta tecnologia a Como, strumentazione ottica e, soprattutto, chimica e ambiente a Milano. I distretti produttivi lombardi brevettano un terzo delle invenzioni italiane riconosciute a livello europeo. Lo certificano le oltre quattromila domande arrivate tra il 2011 e il 2014 all’Epo, lo European Patent Office, per richiedere la garanzia Ue sulla paternità delle creazioni. Sono quindi le cifre a fare di Milano la capitale dell’innovazione: in Lombardia c’è il 34,5% di tutte le richieste italiane presentate nel 2016 (erano il 33% nel 2015). Seguono Emilia Romagna (16%) e Veneto (13%). Nella classifica delle città, nel 2016 Milano è in testa, con 902 domande (+0,8%) davanti a Torino (305), Bologna (292) e Roma (185). Sotto la Madonnina sono i marchi chimico-farmaceutici a fare da traino. Brevetti e medicinali: un doppio biglietto da visita per la città che, dopo una delle tre sedi della Corte dei brevetti europea, si è candidata a ospitare l’Agenzia europea del farmaco.

Secondo i dati forniti dalla Camera di Commercio di Milano, ogni giorno vengono depositati nella nostra regione 50 brevetti nazionali; nel periodo che va dal 2005 al 2015 ne sono stati presentati 190.763, il 28% di tutti quelli registrati nella Penisola, mentre sono stati 15.048 i brevetti europei, il 34,5% del totale. Milano è la città più attiva, sia per quanto riguarda i brevetti nazionali che europei. I brevetti nazionali registrati da Milano sono oltre 157mila (l’82,4% del totale lombardo e il 23,1% di quello nazionale).

Per quanto riguarda le invenzioni, la Lombardia nel decennio 2005/2015 ha registrato 28.630 novità (di cui 23.805 nate a Milano), seguita da Emilia Romagna (15.417) e Veneto (12.754). Fra le città italiane capoluogo è al secondo posto Torino, con 10.592 invenzioni. Il brevetto è lo strumento giuridico con il quale viene conferito a chi ha realizzato un’invenzione il monopolio temporaneo di sfruttamento dell’invenzione. Il monopolio consiste nel diritto di escludere altri dall’attuarla e trarne profitto nel territorio dello Stato che lo concede. Il primo brevetto della storia risale all’antica Grecia e fu concesso nella città di Sibari, dove le nuove invenzioni erano incoraggiate garantendo al loro scopritore un anno dei profitti dovuti ad esse. In Italia il primo brevetto risale al 1421 quando l’architetto fiorentino Filippo Brunelleschi ricevette un brevetto per tre anni per l’invenzione di una chiatta con mezzi di sollevamento, che trasportava marmo lungo il fiume Arno per la costruzione del Duomo di Firenze. La prima legislazione europea sul brevetto è contenuta in una delibera del Senato veneziano del 19 marzo 1474.

Le norme che tutelano la Proprietà Industriale sono raccolte in uno specifico codice (Codice di Proprietà Industriale) e garantiscono diritti di esclusiva a chi immette novità sul mercato in termini di innovazione (brevetti), di segni (marchi) e di forma (design). Numerosi studi a livello internazionale hanno dimostrato come le imprese che investono in Proprietà Industriale ottengono risultati migliori in termini economici e sociali.

Uno studio condotto in Europa sul triennio 2011-2013 dall’Ufficio Europeo Brevetti e dall’Unione Europea ha evidenziato che le imprese che più hanno investito in proprietà industriale hanno generato il 27,8% di tutti i posti di lavoro e occupato direttamente o indirettamente 82,2 milioni di lavoratori; hanno prodotto più del 42% del PIL e generato un importante avanzo commerciale con l’export; hanno corrisposto salari più elevati corrispondenti ad un più alto valore aggiunto per dipendente e hanno fatto fronte alla crisi economica con minori difficoltà.

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