“Attaccate Roma”. La base dei terroristi islamici tra Varese e Lecco

Diverse reazioni agli arresti, Salvini attacca Renzi

29 Aprile 2016
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Fondamentalismo islamico

 

L’operazione antiterrorismo svolta in Lombardia nella giornata di giovedì assume risvolti via via più inquietanti.

Oltre all’arresto di quattro persone si cercano due latitanti:  Mohamed Koraichi, nato in Marocco il 26 febbraio 1985 e residente a Bulciago (Lecco) e la moglie Alice Brignoli nata a Erba il 13 dicembre 1977. La coppia si troverebbe, stando agli inquirenti, con i tre figli di 6, 4 e 2 anni «nel territorio dell’organizzazione terroristica Stato Islamico».

Wafa Koraichi, Abderrahim Moutaharrik, Salma Bencarki e Aderrahmane Khachia sono i nomi degli arrestati tra Baveno, Lecco e il Varesotto: Khachia è il fratello di Oussama, espulso dall’Italia e morto nel dicembre 2015 tra le fila dell’Isis.

Nelle intercettazioni a disposizione degli inquirenti si pianificavano attentati in Italia e in particolare a Roma, ritenuta per ovvie ragioni il simbolo della cristianità.

Eterogenee le reazioni del mondo politico.

«Operazione stamani anti estremisti al nord molto importante. Complimenti a ministro, intelligence, inquirenti e forze ordine tuttiinsieme»: questo è stato tweetato del presidente del Consiglio, Matteo Renzi, cui sono seguite dichiarazioni anche polemiche sulla gestione dell’immigrazione in Italia da parte del governo.

«Bravi, complimenti alle forze dell’ordine nonostante il Governo, che invece è complice di una immigrazione fuori controllo – ha attaccato il leader della Lega, Matteo Salvini, commentando gli arresti -. Renzi invece di criticare l’Austria prenda esempio da un Paese che difende i propri confini e i propri cittadini».

I deputati di Area Popolare Rosanna Scopelliti e Andrea Cusin rispondono così al leader della Lega: «A Salvini, e a tutti i polemisti di professione targati Lega rivolgiamo una domande semplice: conoscono il significato della parola arresto? Forse no, se anche di fronte ad un successo della squadra Stato riescono a trovare spunti di polemica. Per fortuna e per il bene del Paese, la sicurezza non è nelle loro mani».

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